Mindfulness: cos’è e come si pratica

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Forse ne avete sentito parlare, ma sapete cosa si intende esattamente per mindfulness? Vi aiutiamo a capire meglio questo metodo

 

La mindfulness è una tecnica che aiuta ad avere maggiore consapevolezza del proprio essere e del presente, tramite la meditazione consapevole che deriva dalla cultura buddhista.

Il metodo mindfulness ha proprio l’obiettivo principale di raggiungere la coscienza del sé, in modo da raggiungere uno stato di benessere privo di emozioni negative, di sensazioni distoniche, tutti elementi che possono causare sofferenza. In sostanza, si tratta di un distacco dalla realtà, che non viene più vista in maniera critica.

Grazie a tale tecnica si può quindi essere più sereni: per questa ragione l’interesse nei suoi confronti cresce sempre di più, soprattutto per curare tutti coloro che soffrono di alcune patologie e che possono così avere alleviate le proprie sofferenze emotive.

 

Mindfulness: cos’è?

Il significato di mindfulness è proprio quello di avere maggiore consapevolezza della propria persona, che deve essere concentrata sul presente in maniera oggettiva e senza giudizi.

Questa tecnica è quindi un processo attraverso il quale l’individuo si libera di tante sovrastrutture, percependo la realtà come qui e ora.

Il collegamento con il Buddhismo

Il concetto di mindfulness si collega alle tecniche di meditazione buddista, in quanto questa religione intende la sofferenza come derivata da una visione sbagliata della realtà esterna, che può essere ripristinata attraverso la meditazione e il raggiungimento dell’illuminazione.

Ma, se non vogliamo parlare di religione quanto di filosofia, quella buddista aiuta a gestire le proprie emozioni e i pensieri per quello che sono, cioè prodotti della mente e quindi controllabili.

 

A cosa serve la mindfulness

Per gestire al meglio lo stress, i periodi più complicati, come un lutto o un incidente, ma anche la depressione post partum, gli esercizi di mindfulness possono essere molto utili anche in ambito medico, per aiutare a superare lo stato emotivo, in questo caso molto negativo.

Storia della mindfulness

L’introduzione di questa tecnica in ambito medico è dovuta al professore Jon Kabat Zinn, che insegna alla School of Medicine del Massachusetts. Partendo proprio dalla meditazione, si convinse che questa potesse diventare utile anche in campo terapeutico, perciò fondò nel 1979 la Stress Reduction Clinic.

Qui unì la filosofia buddista alla medicina occidentale, con lo scopo di introdurre la mindfulness anche negli ospedali, per aiutare tutti i pazienti con dolore cronico e malattie allo stadio terminale ad affrontare in maniera differente la sofferenza e lo stress che ne comporta. 

Con il tempo questo programma venne perfezionato, per diventare un training di ben otto settimane, conosciuto poi come MBSR ovvero Riduzione dello Stress basata sulla Consapevolezza. 

 

Le applicazioni nella vita quotidiana

Questa pratica è molto utile nella vita di tutti i giorni, anche se non si hanno condizioni patologiche, in quanto affrontare i problemi non è facile anche per chi ha una salute di ferro. Per questa ragione la mindfulness può essere molto utile a ridurre lo stress e a contenere le emozioni di natura negativa, sia sul posto di lavoro, sia in famiglia.

Durante l’età pediatrica questa pratica è molto utile per aiutare tutti i bimbi a sviluppare le competenze in ambito sociale, sia che abbiano difficoltà, sia che non ne abbiano, così da gestire le proprie emozioni e sviluppare empatia nei confronti degli altri. 

L’efficacia di questa tecnica in tale ambito è confermata da studi che sono stati condotti a riguardo e dai quali è emerso che i bimbi che hanno intrapreso il percorso della mindfulness sono diventati più capaci di gestire lo stress e hanno sviluppato un atteggiamento ottimista.

La mindfulness e la gravidanza

Spesso accade, durante la gestazione, che l’umore risenta di abbassamenti e che lo stress sia all’ordine del giorno. Se questi elementi non vengono frenati in tempo, è molto più facile che la mamma vada incontro alla depressione post partum e a tutto ciò che ne consegue. 

Regalare un tappetino per yoga a una persona che sta affrontando questo percorso è un’idea vincente, visto che in questo modo la si spronerà ad affrontare in maniera consapevole la vita, eliminando elementi come l’ansia, nemici della tranquillità.

 

Come si pratica la mindfulness?

Solitamente la meditazione, durante la mindfulness, viene praticata da seduti, su un cuscino o un tappeto o ancora su di una sedia. Gli occhi devono restare chiusi, in modo da permettere alla persona di concentrarsi solo sulla respirazione, su tutti i movimenti che l’addome compie durante inspirazione ed espirazione.

In questo modo, infatti, si prende il primo contatto con il proprio corpo: questo è il punto di partenza, che poi permette di estendere la consapevolezza dal respiro al resto. Le prime sessioni possono durare 10 minuti, ma successivamente è possibile aumentare il tempo, in base alle proprie necessità.

Il programma ideato da Kabat Zinn, invece, basa tutto su una combinazione di meditazione ed esercizi yoga, in sessioni eseguibili da soli o in gruppo, basta che si sia guidati da istruttori qualificati.

La durata di questo programma, come dicevamo in precedenza, è di otto settimane e ci deve essere almeno un incontro di gruppo alla settimana, che deve durare circa due ore e mezzo. Durante queste sessioni, ci deve essere la condivisione delle esperienze personali che si sono sperimentate durante la pratica della mindfulness.

Devono essere sempre presenti gli istruttori, che guideranno con la voce gli altri nella meditazione, ma sarà anche necessario che si pratichi a casa, sotto stretta sorveglianza di questa figura, che può anche fornire delle registrazioni se non può essere presente durante la sessione. 

 

 

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