Le Paralimpiadi: nascita e storia

Ultimo aggiornamento: 20.04.25

 

Le paralimpiadi sono passate da sport ricreativo ad una vero e proprio sport d’elite che richiede agli atleti una grande dedizione e sacrificio. Vediamo come sono nate ed evolute nel corso degli anni.

 

Lo sport è un toccasana per lo spirito e per il corpo, per questo nella società moderna si pratica a tutti i livelli. Nonostante siano gli sport di squadra a salire sul podio di quelli più seguiti, uno degli eventi più attesi sono le Olimpiadi. Per molti appassionati, sono l’unica vera competizione sportiva dove è possibile vedere grandi atleti da tutto il mondo competere. Le Olimpiadi inoltre danno visibilità a paesi che magari negli altri sport non eccellono, ad esempio troviamo diverse nazionni africane e la Giamaica che, nell’atletica, hanno ben pochi rivali. 

 

Cosa sono le paralimpiadi

E a proposito di visibilità, le ultime edizioni delle Olimpiadi è stata data molta importanza a un evento parallelo, ma non meno importante: le Paralimpiadi (non paraolimpiadi). Questa grande manifestazione sportiva permette agli atleti con disabilità di gareggiare nelle proprie discipline individuali o di squadra, per conquistare medaglie e dare il meglio per il proprio paese. 

Forse vi ricorderete lo splendido videoclip ‘We’re the Superhumans’ dedicato a quelle di Rio 2016, in cui vengono mostrati non solo atleti, ma anche persone con disabilità affrontare la vita di tutti i giorni. Ed in effetti dopo aver visto anche una singola gara di qualsiasi sport delle paralimpiadi, ci si rende conto che gli atleti paralimpici sono davvero superuomini, sia per l’impegno mentale sia per quello fisico. 

Le Paralimpiadi però non solo un evento sportivo, in quanto vogliono lanciare un messaggio di grande positività e forza, mostrando al mondo che anche con una disabilità è possibile vivere. In questo articolo proveremo a percorrere la storia delle Paralimpiadi e vedere come si sono evolute nel tempo. Facciamo partire il nostro cronometro e lanciamoci nella storia di questo splendido evento.

La nascita delle Paralimpiadi

I giochi paralimpici non esistevano prima del ventesimo secolo, in quanto al tempo lo sport per disabili non era contemplato. Fu un neurochirurgo tedesco di nome Ludwig Guttmann ad avere questa illuminazione, oltre a portare tecniche innovative per le cure e la riabilitazione dei pazienti con disabilità. Nel 1939 Guttmann dovette fuggire dalla Germania a causa delle persecuzioni del regime Nazista, finendo in Inghilterra dove grazie alle sue fonti e conoscenze riuscì a creare il primo centro medico dedicato alle lesioni spinali. 

La filosofia medica di Guttmann però non si limitava alla cura dei pazienti, ma anche a infondere loro fiducia e far ritrovare la forza mentale. D’altronde la disabilità, specialmente quella che interessa la colonna vertebrale, può portare a stati di depressione in quanto si perde l’uso delle gambe e ci si vede costretti sulla sedia rotelle. Per questo Guttmann pensò che fosse necessario agire anche sullo spirito e sulla psiche del paziente. E quale miglior modo se non l’attività fisica? Grazie allo sport i pazienti si rendevano conto di potersi divertire, fare amicizia con altre persone e riconnettersi al mondo. 

Nell’estate del 1948 Guttmann inaugurò la prima vera competizione sportiva per disabili, un evento che si tenne parallelamente alle Olimpiadi di Londra. Nacquero così le prime paralimpiadi che si svolsero nel cortile dell’ospedale di Guttman e prevedevano una gara di tiro con l’arco di sedici partecipanti di entrambi i sessi. L’evento fu un successo, al punto che nel 1952 le Paralimpiadi non furono relegate all’Inghilterra, ma divennero una competizione internazionale grazie alla partecipazione di alcuni veterani di guerra olandesi. 

L’evoluzione delle Paralimpiadi

Gli sport paralimpici si sono in seguito ampliati grazie alla collaborazione tra Guttman e un medico italiano, Antonio Maglio. Come il collega tedesco, anche Maglio si occupava della riabilitazione dei disabili presso Ostia, per questo decise di allargare l’evento delle olimpiadi paralimpiche, portandolo fuori dai confini inglesi e organizzandolo a Roma. Nel 1960 le Olimpiadi e le Paralimpiadi si svolsero entrambe in Italia, nella capitale. Dai sedici atleti delle prime paralimpiadi si arrivò a ben 400 individui da 23 paesi diversi e che furono ospitati nelle stesse strutture dedicate agli atleti normodotati. 

Da qui lo sport paralimpico assunse una grande importanza, sebbene solo nel 1988 fu riconosciuto come una vera disciplina e non come un semplice passatempo creato per la riabilitazione dei pazienti. A Seoul gli atleti disabili mostrarono al mondo che le loro discipline richiedevano un grande sforzo mentale e fisico, ancora maggiore rispetto a quello degli atleti normodotati. La tecnica, l’allenamento e la concentrazione degli sportivi paralimpici catturarono il mondo intero, con una forza dirompente che ancora oggi viene ricordata da chi ha assistito agli eventi sportivi di Seoul. 

Durante i Giochi Olimpici in Corea inoltre fu creata la bandiera del Comitato Paralimpico Internazionale e furono stabiliti i primi record nelle diverse discipline paralimpiche come l’atletica, il basket in carrozzina e il nuoto. 

Arriviamo quindi alle paralimpiadi moderne che grazie anche al supporto della televisione e dei social hanno avuto un grande riscontro. Gli atleti paralimpici sono diventati dei testimonial di positività e di energia che non solo danno fiducia alle persone con disabilità, ma anche ai normodotati che magari si trovano in situazioni di difficoltà e pensano di non potercela fare a superarle. Le Paralimpiadi quindi non sono solo un evento sportivo di altissimo livello, ma anche un esempio per la società. 

Tra gli atleti paralimpici più famosi nominiamo il nostro pilota Alex Zanardi che con grande passione e determinazione ha continuato la sua attività, diventando uno dei simboli delle paralimpiadi. Ben più giovane, ma allo stesso energica, è Beatrice Vio, schermitrice che ha vinto diverse medaglie sia nei tornei sia negli eventi paralimpici.

 

 

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