Cos’è e come funziona il VAR nel calcio

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

L’ultima novità nell’ambito del regolamento calcistico, il VAR regola alcune situazioni dubbie durante una partita che possono rivelarsi decisive. 

 

Il calcio è considerato da molti lo sport più bello del mondo, ma chi si vuole avvicinare al mondo calcistico spesso rimane stupefatto dall’incredibile quantità di polemiche che girano intorno a ogni partita. E non si tratta solo del match in sé, ma anche del calciomercato, del giro di soldi, dei favoritismi e di tantissime altre cose che effettivamente con il gioco in sé hanno davvero poco a che fare. 

Si sa però che la fede calcistica in Italia non è qualcosa sulla quale si può scherzare, per alcuni tifosi forse un po’ troppo ‘passionali’ la squadra del cuore è praticamente la ragione di vita. Le discussioni tra tifosi di diverse squadre (a volte anche della stessa squadra) si fanno così accese che è praticamente impossibile cercare calmare gli animi. 

Una delle cose che più fanno infuriare i tifosi da quando è nato il calcio sono rigori fischiati dagli arbitri quando effettivamente non c’è stato alcun intervento falloso. Ancor di più i gol assegnati quando la palla non ha oltrepassato completamente la linea della porta o quelli in fuorigioco. Sono tutte situazioni sulle quali per anni ci sono stati grandissimi dibattiti, tra chi pensa ci siano arbitri ‘comprati’ dalle squadre più forti del campionato e chi addirittura considera il calcio di rigore una regola troppo punitiva per l’esito di una partita. 

Proprio per questo nel mondo del calcio è finalmente stato inserito il VAR, un sistema che in altri sport come il basket esiste già da tantissimo tempo. 

Cos’è il VAR?

Il significato di VAR è Video Assistant Referee, ovvero una sorta di replay istantaneo che permette agli arbitri di rivedere le azioni da diverse angolazioni per confermare o annullare la chiamata di un fallo in area o magari un gol dubbio. Il VAR nel calcio (si dice il VAR e non la VAR) viene comunemente chiamato ‘moviola in campo’ e sta in qualche modo riuscendo a ‘sistemare’ in qualche modo l’annoso problema dei fischi arbitrali ‘sbagliati’. 

Questa nuova tecnologia ha comunque fatto molta fatica ad entrare nel mondo del calcio, infatti prima sono stati utilizzati arbitri di porta, ovvero giudici di gara posizionati dietro la porta delle due squadre che avevano il compito di controllare l’effettivo passaggio della palla oltre la linea del gol. Solo nel 2017 il VAR è finalmente arrivato nel campionato Italiano, dopo essere stato approvato nel 2016 dalla FIFA. 

 

Come funziona?

Prima di poter implementare questa tecnologia nelle gare, l’organizzazione deve soddisfare determinati requisiti del protocollo VAR senza i quali non è possibile ottenere l’autorizzazione. Il VAR non è un ‘robot’ in grado di analizzare le azioni, infatti dietro gli schermi ci saranno uno o più arbitri incaricati di rivedere i il filmato e consultarsi con l’arbitro. Il VAR avrà a disposizione la VOR (Video Operating Room) dal quale vedere tutta la partita e sarà affiancato da un assistente e da un operatore video che si occuperà di gestire i replay. Solo l’arbitro designato al VAR e i due assistenti possono entrare nella sala video per guardare l’intera gara. 

Il VAR può essere impiegato solo in determinati casi, inoltre solo l’arbitro può chiedere la revisione, quindi allenatori e giocatori delle due squadre in campo non possono assolutamente pretendere la moviola. L’arbitro può decidere di non usarlo magari perché, consultatosi con i suoi guardalinee, decide che il suo fischio sia assolutamente valido. Infine l’ultima parola sull’infrazione di gioco, sbagliata o giusta che sia, spetta sempre all’arbitro e non al VAR, a meno che un fischio arbitrale non si riveli un errore evidente quando rivisto alla moviola. 

 

Il regolamento del VAR

Il VAR può essere consultato dagli arbitri in campo solo in determinate situazioni, ovvero quelle che possono alterare lo svolgimento della partita o il risultato. L’impiego più comune del VAR è per stabilire se il fischio di un calcio di rigore è valido o meno. Il VAR si occuperà di controllare la posizione del giocatore (se al limite dell’area avversaria), il tipo di fallo e ovviamente anche se questo fallo c’è stato. 

Nei campionati coppe internazionali e nelle leghe nazionali come la serie A il VAR spesso deve ‘smentire’ tentativi di simulazione da parte degli attaccanti più ‘furbi’ che sfruttano un intervento pulito di un difensore per cercare di ottenere un calcio di rigore. Alcuni campioni dovrebbero entrare con il miglior materasso per il tempo passano a terra, piuttosto che a correre. Con episodi del genere sono state determinate partite di grande importanza, per questo il VAR è un ottimo sistema per evitare di compromettere i match più belli a causa di una ‘furbata’ dei giocatori. 

Il VAR è determinante per capire, senza timore di errori, se un giocatore che segna una rete si trovi in posizione regolare o in fuorigioco. Tramite il VAR si può capire con esattezza la posizione di attaccanti e difensori, così da valutare l’offside o meno, cosa molto importante nelle partite più concitate, soprattutto quando il cronometro sta per arrivare alla fine. 

Si sa che il calcio non è proprio uno sport dove regni il fair play, d’altronde non c’è partita dove i calciatori non facciano finta di aver subito l’amputazione di un arto anche quando vengono appena sfiorati da un avversario. A tal proposito, il VAR viene chiamato anche per rivedere comportamenti poco consoni da parte dei giocatori un filo più ‘matti’. Morsi, colpi a gioco fermo, sputi e gesti offensivi che l’arbitro non vede possono essere ripresi dal VAR per consentire di prendere i provvedimenti più consoni.

 

 

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