Breve storia della pallavolo dalle origini ai nostri giorni

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Seguita in tutto il mondo, la pallavolo si è ritagliata un posto speciale tra gli sport di squadra più amati e praticati. Scopriamo di più sulle sue origini.

 

Nonostante non goda della stessa popolarità di altri giochi di squadra come il calcio e il basket, la pallavolo ha un grande seguito di appassionati. A volte viene snobbata in quanto non c’è contatto fisico tra i giocatori, ma se approfondita la pallavolo nasconde tantissime sottigliezze tecniche e tattica in campo, inoltre è in grado di regalare momenti di grande enfasi grazie alle prodezze atletiche dei giocatori. Vedere i giganti che si sfidano a rete tra schiacciate e muri è sempre uno spettacolo, così come le ricezioni dei giocatori in difesa e le prodezze del libero. 

 

Chi ha inventato la pallavolo?

Quando si parla di sport è sempre difficile stabilire chi ha inventato il ‘concetto’ e le regole come le conosciamo. Spesso queste due cose sono separate da secoli di storia, in quanto l’essere umano ha praticato sport e attività fisica sin dalle prime antiche civiltà. I giochi con la palla infatti erano molto comuni tra Romani e Greci, specialmente quelli più intuitivi che prevedevano il passaggio del pallone con le mani. 

Questi giochi furono poi tramandati alle società che seguirono, nel medioevo infatti si praticava una sorta di ‘antenato’ della pallavolo che diede origini al Faustball in Germania nel diciannovesimo secolo. Praticato tutt’ora, il Faustball è uno sport molto simile alla pallavolo che invece vide la sua nascita moderna negli Stati Uniti, per merito dell’istruttore di educazione fisica di nome William Morgan. La pallavolo di William Morgan diede le basi che in seguito si sono evolute con diversi cambiamenti nel regolamento. 

La storia della pallavolo

Il gioco chiamato ‘Mintonette’ si svolgeva in un campo diviso da una rete dove si schierano cinque giocatori a squadra il quale scopo era far finire la palla nella parte avversaria. Per i primi spettatori fu una sorpresa, in quanto al tempo lo sport di squadra veniva associato al contatto fisico e quindi la forza era un elemento necessario per poter prevalere sull’avversario. Nel ‘Mintonette’ si dava più importanza ai riflessi, al posizionamento, alla concentrazione e all’agilità di ogni membro in campo.

Ma cosa è successo al nome? Mintonette deriva da un’associazione fonetica con l’inglese Badminton, ovvero il tennis con il volano. Da Mintonette si passò a Volleyball, in quanto quel nome era ritenuto troppo ‘femminile’ in un’epoca dove lo sport agonistico era prerogativa degli uomini. Dagli Stati Uniti la pallavolo arrivò velocemente in Sud America, specialmente in paesi come Brasile, Argentina e Uruguay nei quali ancora oggi la pallavolo viene praticata assiduamente. In molte altre nazioni questo sport fu portato dall’esercito americano, durante la prima guerra mondiale la pallavolo infatti approdò anche in Italia. 

 

Le regole della pallavolo e la loro evoluzione

Durante la sua storia, la pallavolo ha visto molti cambi di regolamento, nonché con lo sviluppo della società anche l’inclusione delle donne e la creazione della Federazione Internazionale di Volleyball (FIVB). La prima versione dello sport prevedeva uno stile di gioco decisamente meno ‘frenetico’ rispetto a quello moderno, basta pensare che era prevista né la schiacciata a rete e né ovviamente il muro per poterla contrastare con efficacia. Queste due tecniche furono introdotte solo intorno al 1940 e hanno contribuito a plasmare il volley di oggi

Da qui sono stati ovviamente creati schemi per poter sfruttare al meglio l’abilità di alzatori e schiacciatori, il primo tempo della pallavolo ad esempio consiste in un attacco veloce dove lo schiacciatore colpisce la palla passata dall’alzatore mentre sta ancora salendo. Tecnica decisamente difficile, in quanto richiede una grande coordinazione tra il regista e lo schiacciatore che deve saltare ancor prima del tocco dell’alzatore che a sua volta deve riuscire ad effettuare un passaggio preciso sulla linea del compagno di squadra.  

Dall’altra parte la difesa con i giocatori a muro devono assolutamente mostrare il giusto tempismo per saltare e impedire la riuscita di questa velocissima giocata che può trasformarsi facilmente in un punto, in quanto la ricezione delle veloci lascia poco tempo alla difesa per prepararsi adeguatamente. 

Dalla nascita della pallavolo, i cambiamenti più recenti sono stati l’inserimento del libero, un giocatore difensivo versatile, e il rally point system. Questo ha introdotto il punto immediato assegnato alla squadra in attacco. Prima dell’introduzione di questa nuova regola infatti solo la squadra in servizio poteva segnare punti, mentre quella in difesa doveva prima ottenere il servizio con il ‘cambio palla’ (eseguendo con successo un’azione offensiva). 

Questa regola (ancora molto discussa) venne implementata per aumentare il ritmo delle partite di Volleyball, scandite non dal cronometro ma dai set a punteggio. Nel 2000 lo sport aveva raggiunto un’incredibile popolarità e le partite venivano trasmesse in televisione regolarmente, quindi per inserirle nei palinsesti si dovette pensare a un modo per renderle più veloci. Infine per aumentare le possibilità di difesa e rendere il gioco più spettacolare fu reso possibile il tocco con i piedi in caso di ricezione. 

La pallavolo nella cultura di massa

A differenza di altri sport, la pallavolo a livello cinematografico non ha avuto grandi pellicole per rappresentarla e incredibilmente ci hanno pensato manga e anime giapponesi come Attacker You! (qui in Italia Mila e Shiro) e Atakku Nanbā Wan (conosciuto come Mimì e la Nazionale di Pallavolo) che negli anni ‘80 in Italia venivano trasmessi sui principali canali televisivi. Ultimamente ha riscosso un grande successo l’anime Haikyu! che a differenza dei precedenti predilige la pallavolo maschile, illustrandone il lato tecnico, la passione e l’agonismo sempre pulito attraverso una serie di personaggi sopra le righe, ma comunque finemente caratterizzati. 

 

 

 

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