Caratteristiche dei vari campi da tennis

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Lunghezza, larghezza e tipi di superfici: ecco alcune delle caratteristiche dei campi da tennis da sapere assolutamente.

 

Quello che probabilmente i nostri bisnonni chiamavano “schiaffo palla” – e oggi conosciuto con il nome anglofono “tennis” – è uno degli sport più praticati a livello mondiale. Si tratta di quelle attività considerate le più complete e armoniose, perché per poter vincere o anche solo giocare sono necessarie abilità tecniche, fisiche e mentali. Quando si impugna una racchetta da tennis sono importanti tanto il coordinamento e la velocità, quanto l’intuito, i riflessi e la visione di gioco.

Ma, chiaramente, la bravura o le proprio capacità non sono tutto nel tennis, perché un altro aspetto di cui tener conto è anche il campo da gioco. A seconda della tipologia, esistono diverse soluzioni, perché è possibile giocare sia in singolare (quindi con due giocatori opposti), sia in doppia (ossia con quattro sfidanti).

Ebbene, se siete alle prime armi e volete iniziare a divertirvi con la racchetta oppure se desiderate impegnarvi e diventare dei veri professionisti, sarà comunque fondamentale conoscere le caratteristiche di ogni campo. Per farlo vi basta solo seguirci con la lettura di questo articolo!

Dimensioni del campo da tennis

Non serve partecipare a una partita vera e proprio per poter sapere quanto è grando un campo del genere. Infatti, la lunghezza, la larghezza e altre caratteristiche simili sono necessariamente disciplinate a livello mondiale. In genere, il campo è un rettangolo con le dimensioni di 23,78 x 10,97 m, compresi anche i corridoi che si trovano a lato, larghi invece 1,37 m. Questi sono validi solamente nelle partite in doppio, e non vengono mai considerati in caso di sfidanti singoli.

Al centro di tutto il campo è disposta una rete divisoria alta 0,914 m e 1,07 m vicino ai pali di sostegno. Le cosiddette aree di servizio sono delimitate da linee parallele distanti 6,40 m, con linee di fondo tracciate dopo 5,49 m. Come potete vedere, le dimensioni sono tutte molto precise, e devono essere rispettate sia che vi troviate a Hong Kong, a Dubai oppure a Caltanissetta.

Per quanto riguarda il giocatore, ha la possibilità di muoversi comodamente grazie ai lati e al fondo del campo di gioco, che presentano uno spazio di 3,65/6,40 m nel caso di gare internazionali. Per quelle nazionali le dimensioni si restringono a 3,05/5,50 m.

Tipologie di superfici

Ricordate che qualche riga prima abbiamo detto che le dimensioni del campo sono fissate dal regolamento internazionale? Ebbene, questo non vale, invece, per quanto concerne il tipo di superficie, cioè quella parte che è a contatto con i piedi dei giocatori. A tal proposito, si possono trovare tre soluzioni: erba, sintetici e terra battuta. Ognuna offre diversi tipi di velocità di rimbalzo della pallina, ma anche stili di gioco e di movimento dei tennisti.

Ma partiamo dalla prima tipologia: l’erba è una delle più classiche, nonostante abbia bisogno di una continua manutenzione, per ragioni naturali. Si può trovare nei circoli privati, ma anche in tornei importanti come il Grande Slam. Per quanto riguarda, invece, le superfici cosiddette sintetiche, bisogna specificare che questo termine viene usato per designare quei materiali usati in campi all’interno. Mantoflex, resine multicolor, dalle caratteristiche simili al cemento ma sicuramente a metà tra questo e l’erba per quanto riguarda il grado di velocità e di attrito. Risultano infatti delle superfici più elastiche e praticabili anche da chi non ha molta esperienza: non a caso non sono impiegati in tornei professionistici.

Dovete sapere che se invece siete alla ricerca di uno dei campi più diffusi in tutto il mondo, allora il cemento è uno di questi. Infatti, tra le sue qualità principali c’è la scarsa manutenzione richiesta, oltre al basso costo di posa. Si possono trovare campi con cemento poroso, ideale soprattutto quando piove molto e c’è il rischio che l’acqua si depositi creando piccole pozzanghere. Tuttavia, tra i suoi punti di debolezza c’è la durezza: un aspetto che, con il tempo, può causare seri problemi alle articolazioni.

Infine, impossibile dimenticarsi dei campi realizzati in terra battuta, a sua volta distinta in rossa, verde o altre tipologie. Se dovessimo considerare una delle superfici migliori per chi non è né un esperto e né un principiante del tennis, allora questa sarebbe al primo posto. Non a caso è una delle più utilizzate in Europa e in Sud America, dove l’interesse per questo sport è molto alto. Quasi al pari dell’erba, la terra battuta è tuttavia una delle superfici che necessitano di più manutenzione. Per questa ragione non è adottata in campi di allenamento, ma quasi solo in quelli di tornei internazionali o nazionali.

Caratteristiche e terminologie

Come avrete notato, quando abbiamo descritto più su le qualità di ogni tipologia di superficie, abbiamo utilizzato parole specifiche. Durezza, velocità, elasticità: queste e tanti altri termini entrano a far parte del glossario preferito dai tennisti. Per potersi preparare, allenare e vincere, è bene studiare ogni aspetto di una partita, senza tralasciare alcun elemento.

Un campo che risulta troppo duro è generalmente indice di un attrito maggiore, perciò tanto un professionista quanto un principiante dovranno faticare di più per muoversi. Questo può andar bene soprattutto quando si gioca in doppia, in cui il terreno è coperto anche dal proprio partner. Invece, l’elasticità è il contrario della durezza: una pallina che casca sul campo e rimbalza facilmente senza perdere traiettorie causate da un attrito maggiore, è il sogno di ogni giocatore.

Infine, la velocità è proporzionale alle due caratteristiche che abbiamo spiegato più su; cioè, più un terreno è duro o elastico e più sarà facile mantenere una velocità costante durante i tiri. Quando si effettua la prima battuta o anche quando si cerca di vincere una partita, è importantissimo valutare anche che le proprie scarpe tecniche siano adatte per il terreno sottostante.

 

 

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