Evaristo Beccalossi: 7 episodi indimenticabili

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Genio e sregolatezza, talento sottovalutato e a volte sfortunato, Beccalossi è entrato nel cuore degli appassionati del calcio romantico, ormai andato. 

 

Il calcio ha cambiato pelle, si è rinnovato adattandosi agli standard generazionali moderni e ovviamente alle nuove tecnologie. Pur restando lo sport più seguito in Italia e in tantissimi altri paesi, sembra aver perso nel tempo quell’anima romantica dell’inizio e i tifosi di vecchia data in qualche modo iniziano ad accorgersene. Si sente la mancanza di quei ‘campioni’ dall’aspetto onesto, meno concentrati sull’apparire sui social e più nel campo, persone che non dimenticavano le loro origini e davano tutto per la squadra, senza pensare al miglior offerente. Nel calcio si respirava una familiarità, un calore e un’atmosfera che in qualche modo è stata travisata da interessi economici e televisivi. 

E così i nostalgici dei tempi andati ricordano con piacere giocatori come Evaristo Beccalossi, persone dall’aspetto normale che magari potevi incontrare al supermercato e non dei supermodelli patinati e supertatuati. Evaristo Beccalossi è entrato nel cuore dei tifosi dell’Inter per il suo dribbling di alta classe, per la sua tecnica sopraffina e per le sue giocate di genio. Altri lo ricorderanno per la collaborazione con il comico Paolo Rossi e per la sua iconica frase. Vediamo quali sono i momenti più indimenticabili della sua carriera in campo e fuori.

 

Mi chiamo Evaristo, scusate se insisto

Amatissimo giocatore anche per la sua bontà e gentilezza, quando entrava in campo la tifoseria dell’Inter si infuocava, facendo partire cori in suo onore. E d’altronde Beccalossi era una vera spina nel fianco per le difese avversarie, con i suoi dribbling e passaggi precisi riusciva a scatenare il panico. Oltretutto era anche un buon tiratore, capace di segnare sia di destro sia di sinistro. Fu proprio durante un derby Inter-Milan dove segnò ben due gol a dire la famosa frase Scusate se insisto, mi chiamo Evaristo, resa celebre dal cronista Beppe Viola e diventata anche il titolo di un brano del cantautore Mauro Minelli. 

Nella musica Beccalossi ha ispirato anche altri cantautori come Enrico Ruggeri, che gli dedica un brano intitolato Il Fantasista, dove lo nomina insieme ad altri grandi marcatori del calcio come Maradona, George Best e Gigi Meroni. Ha anche preso parte a un videoclip musicale del supergruppo musicale Rezophonic, messo su dal cofondatore di Rock TV.  

 

Il nome troppo lungo

Nel tempo in cui il calcio riempiva i titoli dei giornali ed era protagonista assoluto delle notizie sportive, un nome come Evaristo Beccalossi non era proprio il più altisonante da pronunciare. E così anche per i vari titoli di giornale che con un nome così lungo avevano difficoltà a farci entrare anche il resto della frase. I giornalisti si scervellarono per trovare una soluzione, ma dovettero poi arrendersi a scrivere il suo nome per intero. Tra i vari soprannomi ricordiamo Dribblossi, affibbiatogli da Gianni Brera proprio per la sua abilità di scartare gli avversari, visto che Beccalossi faceva ciò che voleva con il pallone da calcio

 

Amatissimo dai tifosi

Beccalossi è stato un vero beniamino dei tifosi dell’Inter e apprezzato anche dalle tifoserie avversarie. Bresciano e arrivato alla squadra neroazzurra nel 1978 si è subito ritagliato un posto particolare nel cuore degli interisti che gli sono sempre stati affianco, anche nei momenti più difficili durante una partita. La sua carriera in campo finì con il passaggio alla Sampdoria dove gli viene assegnato un posto in panchina, poi a seguire il Monza in serie B e il ritorno al suo Brescia in seria A per poi passare ad altre squadre come il Barletta e il Pordenone. 

La mancata Nazionale

Spagna 1982, data storica per la Nazionale Italiana che vince il suo terzo titolo mondiale, ottenuto grazie alla vittoria nella finale a Madrid contro la Germania Ovest. Tra gli assenti, che i tifosi avrebbero voluto vedere in formazione, c’è anche Beccalossi, uno dei grandi esclusi dal tecnico Enzo Bearzot. E Beccalossi rispose, con tutta onestà, che ‘avrebbe voluto ucciderlo’. A nessun calciatore piace essere escluso dalla Nazionale, specialmente quando in campo si fa in quattro per la sua squadra e le sue doti tecniche vengono riconosciute a livello internazionale. Il giocatore, da vero signore ha comunque ammesso di non aver alcun rimpianto a riguardo.  

 

La collaborazione con Paolo Rossi

Paolo Rossi e Beccalossi hanno in comune la piece teatrale che il comico ha dedicato proprio al calciatore. Il titolo Ode a Evaristo Beccalossi non lascia spazio a dubbi, d’altronde Paolo Rossi è un grande tifoso dell’Inter che ha sempre amato raccontare il bel calcio al pubblico. L’intera opera di Rossi si basa sui due rigori sbagliati da Beccalossi nella partita dell’Inter contro Slovan Bratislava. Il monologo sui due rigori è uno dei più celebri di Paolo Rossi, nonché una vera perla di comicità e di recitazione.


Dopo la carriera in campo

Da vero amante del calcio, Beccalossi non ha mai smesso di dedicarsi al suo sport del cuore. Certo adesso il mondo del calcio è molto diverso rispetto a quando il campione indossava le scarpe coi tacchetti. Recentemente è tornato a lavorare per la Federazione Calcio Italiana, nello specifico come capo delegazione della nazionale under 19. Quindi in un certo senso si potrebbe dire che Evaristo Beccalossi alla fine in Nazionale ci è arrivato, anche se viene da chiedersi quanti giovani calciatori conoscano le sue grandi gesta in campo. 

Famiglia di talento

Sposato con Danila Beccalossi, il calciatore ha una figlia – Nagaja Beccalossi – che ha seguito la passione del padre diventando redattrice per Inter Channel, dopo un periodo passato a Telelombardia come telecronista. 

 

 

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