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Scarpe sportive

La preparazione atletica e il programma dell’allenamento per il tennis agonistico

 

L’allenamento funzionale, applicato alla preparazione per il tennis, permette di migliorare le prestazioni sia sotto il profilo fisico sia nell’esecuzione dei gesti tecnici. Vediamo, allora, alcuni semplici esercizi che possono tornare utili durante le partite.

 

Insieme al calcio, il tennis è tra gli sport più amati nel nostro Paese e, ogni anno, raccoglie un’ampia schiera di seguaci, non solo professionisti, ma anche neofiti e giovani appassionati che vogliono mettersi alla prova e migliorare le proprie capacità psicofisiche.

Si può praticare sia a livello agonistico, come sport vero e proprio, oppure per mantenersi in forma e spezzare la monotonia di una giornata lavorativa. In entrambi i casi sono necessarie grandi doti tecniche, concentrazione, velocità nei movimenti, resistenza, ma soprattutto un allenamento fisico adeguato.

Per dare il massimo durante una partita di tennis è quindi importante curare la propria preparazione atletica, seguendo un programma di allenamento che comprenda esercizi mirati e specifici. Ecco alcuni consigli che vi aiuteranno a migliorare la padronanza esecutiva e la qualità delle performance nel tennis.

 

Le qualità richieste dal tennis

Come dicevamo, prima di una partita a tennis è fondamentale allenarsi per migliorare le proprie prestazioni sia sotto il profilo fisico sia nell’esecuzione dei gesti tecnici. Questo sport, infatti, richiede un’elevata reattività negli scatti, agilità di gambe e velocità negli spostamenti.

Lo sforzo compiuto da un atleta è sia di tipo sia aerobico, in relazione a quanto dura una partita di tennis, che può protrarsi anche per diverse ore consecutive, sia anaerobico poiché gli scambi sono in genere molto intensi e brevi.

Per questo motivo, prima di impugnare la racchetta e indossare le scarpe da tennis, è fondamentale curare entrambi gli aspetti, non solo per potenziare i muscoli maggiormente coinvolti nella pratica di questo sport, ma anche per perfezionare le proprie capacità tecniche, affinando il feeling e il timing delle proprie giocate.

Allenamento tennis: l’importanza del riscaldamento

Come facile intuire, gli atleti che praticano questo sport, sia come attività agonistica sia a livello amatoriale, devono necessariamente mantenere un ritmo di allenamento costante, seguendo una serie di regole fondamentali per ottenere le migliori performance in campo.

Una buona preparazione atletica nel tennis permette, infatti, di tonificare, rafforzare e mantenere attivi i muscoli che vengono sollecitati durante le partite, evitando al contempo stiramenti, strappi e altri pericolosi infortuni muscolari.

Innanzitutto è bene precisare quanto negli esercizi per il tennis da fare a casa sia fondamentale il riscaldamento, eseguendo gli esercizi di stretching necessari per preparare braccia e gambe all’allenamento vero e proprio.

Il warm-up dovrebbe durare dai dieci ai venti minuti ed essere associato a una corretta respirazione, in modo da modulare gradualmente l’attivazione muscolare, favorendo l’innalzamento progressivo della temperatura corporea, l’ossigenazione dei muscoli e la loro elasticità.

Da un punto di vista pratico, gli esercizi di riscaldamento da effettuare prima degli allenamenti di tennis specifici, devono essere improntati su tre principi fondamentali, ovvero:

– il sovraccarico progressivo, ossia l’aumento graduale delle prestazioni durante le varie sessioni di training, che si ottiene sottoponendo la muscolatura a uno sforzo di volta in volta più elevato per raggiungere le soglie necessarie a migliorare le performance;

– la continuità, che permette di conservare i benefici e i progressi acquisiti grazie alla costanza di allenamento;

– e il recupero, vale a dire il riposo attivo durante le sessioni di workout che permette alle fibre muscolari danneggiate nel corso delle esercitazioni di ricostruirsi e rafforzarsi.

 

Preparazione atletica tennis: gli esercizi per rafforzare gambe e braccia

Un buon programma di preparazione atletica permette ai giocatori di migliorare sul fronte dell’agilità dei movimenti e della velocità, incrementando la potenza e la forza richiesta nelle diverse azioni di gioco.

Per lavorare su entrambi i fronti sono quindi necessari degli esercizi per rafforzare le gambe, che prevedano scatti e sprint in ripetizione per consentire all’atleta di cambiare velocemente direzione durante le varie fasi di gioco.

Per migliorare gli spostamenti laterali si può utilizzare il cosiddetto quick foot ladder, un attrezzo che somiglia a una scala appoggiata a terra: saltando lateralmente tra gli spazi dei vari divisori si potrà affinare la fluidità dei movimenti necessari negli scatti da fondocampo.

Inoltre, si può effettuare questo esercizio anche come riscaldamento prima di un incontro a tennis, disegnando la sagoma di una scala sulla terra battuta.

Per quanto riguarda, invece, il lavoro d’impatto sulla forza, i muscoli che richiedono il massimo potenziamento sono bicipiti e tricipiti per le braccia, e polpacci e quadricipiti per le gambe.

Per questo, tra gli esercizi per la forza esplosiva delle gambe, si rivelano utili i classici squat – con o senza bilancieri di rinforzo – da eseguire con le gambe leggermente divaricate ed effettuando i piegamenti mantenendo le ginocchia allineate con i piedi e il bacino leggermente arretrato.

Per consentire ai muscoli di reggere gli sforzi più lunghi e intensi durante le partite di tennis consigliamo di combinare questi esercizi a leg extension, leg curl e leg press per gli arti inferiori, mentre gli allenamenti con il kettlebell sono ideali per potenziare gli arti superiori, insieme alle bande elastiche che aiutano a incrementare la potenza e la resistenza muscolare.

 

Esercizi per gli addominali

Oltre alla forza esplosiva di gambe e braccia, un’altra zona del corpo molto importante nel tennis sono gli addominali, che vanno allenati nella loro totalità con esercizi specifici e mirati per ottenere il giusto equilibrio e la massima efficacia durante il gioco.

Tra questi, quello che non può assolutamente mancare nell’allenamento per il tennis agonistico è sicuramente il crunch inverso, che permette di rafforzare gli “addominali bassi” e ottenere un fisico armonioso.

Per eseguire questo esercizio basta sdraiarsi in decubito supino su un tappetino ginnico con la schiena a terra, le mani distese lungo i fianchi e le gambe leggermente flesse; quindi, si piegano le ginocchia a 45° e si solleva il bacino fino a lasciare solo la parte alta della schiena a contatto con il pavimento.

Tre serie da dodici sono le ripetizioni ideali per cominciare. Infine, tra gli esercizi per aumentare il fiato, nella propria scheda di allenamento per il tennis si può inserire la corsa in salita, simulabile anche su un tapis roulant, la cyclette e il salto con la corda.

 

 

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Running

5 consigli per chi vuole cominciare a correre

 

Vi siete resi conto che, tra lockdown e smart working, le ore che trascorrete seduti sono diventate troppe e il vostro fisico vi “chiede” un po’ di movimento? Le possibilità sono molteplici: potete iscrivervi in palestra, andare a nuotare in piscina oppure inforcare la bici e girare per la campagna. Oppure, se non volete spendere soldi in abbonamenti o biciclette nuove, potete andare a correre. Il running è diventata una delle attività sportive preferite da chi vuole mantenersi o tornare in forma: è gratis, si può facilmente adattare al proprio fisico e non richiede una particolare attrezzatura, al di là di un buon paio di scarpe da running per donna o per uomo. 

Stabilito che volete cominciare a praticare questa attività sportiva, abbiamo voluto raccogliere una serie di consigli che farete bene a tenere a mente prima di indossare maglietta, pantaloncini e scarpe da running e catapultarvi fuori casa con l’obiettivo di correre entro qualche mese la maratona di New York… 

 

Attrezzatura per il running

 

1. Abbigliamento adatto

Come abbiamo accennato non serve molto per praticare il running, però qualcosina sì. Diciamo che, per quel che riguarda maglietta e pantaloncini, all’inizio ci si può anche arrangiare con quello che già avete a casa ma in prospettiva sarebbe meglio puntare su prodotti tecnici, in modo particolare se desiderate correre anche in inverno. In questo caso vi suggeriamo maglia e pantaloncini in tessuto tecnico, dunque in poliestere, in polipropilene o in poliammide. Perché optare per questi materiali? Perché sono confortevoli, idrorepellenti e traspiranti, dunque in grado di tenere il sudore lontano dalla pelle. Meglio evitare il cotone (almeno quando fa freddo) perché tende a inzupparsi con il sudore e dunque a trasmettere una sgradevole sensazione di gelo sulla pelle. 

Maglietta e pantaloncini devo essere piuttosto aderenti, così da ridurre la possibilità che l’aria si infili tra il tessuto e la vostra epidermide. Quando le condizioni meteo non sono ottimali è bene aggiungere anche una giacca di nylon leggera, dotata di zip così che sia semplice da indossare o togliere, che funge da protezione contro vento e pioggia. A chiudere il quadro ci sono il copricollo o lo scaldacollo, compagni di cui è difficile fare a meno durante i mesi invernali.

 

2. Le scarpe

Se, almeno inizialmente, per quanto riguarda l’abbigliamento si possono trovare soluzioni di vario tipo, anche andando semplicemente a pescare maglietta e pantaloncini dal cassetto, il discorso cambia per quel che riguarda le scarpe, elemento imprescindibile per poter correre senza problemi sia i modelli da uomo che i modelli da donna. Al momento della scelta è bene valutare una serie di fattori: taglia giusta, ammortizzazione della scarpa, appoggio del piede (ovvero come viene a contatto con il terreno quando correte o camminate), tipo di superficie su cui si corre (farlo sull’asfalto è ben diverso che sullo sterrato) ed età, perché le articolazioni devono essere sollecitate di meno con il passare degli anni. Entriamo nello specifico.

L’ammortizzazione delle scarpe è la loro capacità di attutire il peso scaricato sul piede nel momento dell’impatto sul terreno mentre si corre. Tipicamente è consigliabile una scarpa che garantisca una buona ammortizzazione, ancora di più se chi vuole correre è sovrappeso o se ha più di 45 anni. Altro elemento importante è la misura delle scarpe che non sempre coincide con quella delle altre calzature che si indossano solitamente. È bene, quindi, scegliere la taglia in base alla dimensione del piede (misurata in centimetri), valutando attentamente la distanza tra il tallone e la punta delle dita. 

Ultimo elemento a cui prestare attenzione è l’appoggio del piede, che è variabile e che si divide in: neutro (il piede appoggia sul terreno in modo naturale e dunque è possibile scegliere scarpe senza particolari caratteristiche, seguendo solo le indicazioni relative a peso ed età); pronazione (il piede tende a ruotare verso l’interno, scaricando così il peso su quella parte della superficie della pianta; in questo caso è bene valutare l’acquisto di calzature ad hoc, visto che sul mercato ci sono scarpe da running per pronatori); supinazione (il piede viene ruotato verso l’esterno, riducendo la superficie della pianta su cui il peso viene a scaricarsi, il che ci porta a consigliare l’acquisto di scarpe più pesanti e con un’ammortizzazione media).

 

3. Cambiare le scarpe

Essendo soggette a particolari sollecitazioni e dunque all’usura, le scarpe da running vanno cambiate. Ok ma dopo quanto tempo? Un dato preciso è difficile da fornire ma, in media, diciamo che vanno mandate in pensione dopo aver percorso circa 700 km. Questo perché, più chilometri si percorrono, più la scarpa tende a perdere la sua capacità ammortizzante, risultando sempre più pesante e meno reattiva. Si finisce così per notare un peggioramento delle performance, con il rischio concreto di incappare se non in un infortunio quantomeno nell’aumento di dolori, conseguenza di un eccessivo scarico del piede nell’impatto con il terreno. 

 

4. Programmare (e rispettare) le uscite settimanali

Una volta recuperato l’abbigliamento necessario è il momento di varcare la soglia di casa e andare a correre. Valutate intanto il percorso da compiere, optando – naturalmente se possibile – per zone meno trafficate e più a contatto con la natura (anche un bel parco può andare bene in mancanza di alternative vicino casa). Entrate nell’ordine di idee che l’allenamento deve essere graduale, in modo particolare se venite da un lungo periodo di inattività. Niente corse a perdifiato o aspettative troppo alte, almeno inizialmente. Noi vi suggeriamo di fissare due o tre uscite settimanali e stilare una piccola tabella con i vari obiettivi. Ecco qualche spunto:

Prima settimana: Alternare per dieci volte (per un totale di 30 minuti) un minuto di corsa leggera a due minuti di camminata. 

Seconda settimana: Alternare per sei volte (per un totale sempre di 30 minuti) due minuti di corsa leggera e tre minuti di camminata. 

Terza settimana: Aumentare la durata dell’allenamento portandola a 35 minuti e alternare per cinque volte, quattro minuti di corsa e tre minuti di camminata. 

Quarta settimana: Portare il totale a 45 minuti, suddivisi in cinque sessioni da sei minuti di corsa alternati a tre minuti di camminata. 

Passato il primo mese e abituato il vostro fisico alla fatica potrete cominciare a trovare il vostro ritmo e comunque incrementare i minuti dedicati alla corsa e diminuire quelli in cui riprendere fiato camminando. L’obiettivo, raggiungibile diciamo dopo i primi due mesi (ma poi dovete essere voi a imparare ad ascoltare il vostro corpo e dunque a regolarvi di conseguenza), dovrebbe essere quello di arrivare a una quarantina di minuti di corsa leggera e senza pause. 

5. In due è meglio

L’importante, come in molti aspetti della vita, è non strafare e progredire in modo graduale. Un aiuto può arrivare dalla… giusta compagnia. Sì, perché correre in due (o anche di più) è più divertente e stimolante, perciò se riuscite a trovare un compagno di corsa ve ne gioverete entrambi. In alternativa, però, anche avere la giusta colonna sonora (ci sono tantissime playlist ad hoc su Spotify, per esempio) può rappresentare uno stimolo a correre in modo più piacevole e stimolante. 

 

 

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Yoga

Frattura all’osso sacro: come riconoscere i sintomi e come curarla

 

Il dolore all’osso sacro è un disturbo molto diffuso e può essere sintomo di una lussazione al coccige, di un’infiammazione muscolo-scheletrica oppure di una patologia più importante. Scopriamo le cause, i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione e i rimedi più efficaci per placare il fastidio.

 

Ogni giorno migliaia di persone lamentano dolore all’osso sacro, con o senza traumi, che nella maggior parte dei casi viene percepito alla base della colonna vertebrale, tra la sezione lombare e il coccige.

Le cause possono essere diverse ed è quindi molto difficile distinguerle senza un attento esame fisico e diagnostico. Generalmente, la sensazione dolorosa che si avverte può dipendere da un’infiammazione dell’osso, dall’artrosi sacroiliaca o da una microfrattura del tratto sacrale.

In linea di massima si tratta di fenomeni abbastanza comuni che non devono allarmare, ma che comunque è importante non trascurare per evitare che il disturbo diventi debilitante o patologico. In questo articolo vedremo quali sono i sintomi e le cause del dolore lombo-sacrale, e vi daremo alcuni consigli utili per alleviare il fastidio.

 

Un veloce ripasso anatomico sull’osso sacro

Prima di analizzare le cause del dolore all’osso sacro è necessario fare una panoramica generale sull’anatomia e la biomeccanica di questo importante segmento anatomico.

Partiamo subito col dire che il “sacro” è l’osso più grande della colonna vertebrale, situato tra il tratto lombare e il coccige. Costituito da cinque vertebre sacrali saldate tra loro che gli fanno assumere una forma simile a un triangolo rovesciato, svolge numerose funzioni chiave a livello articolare e posturale, fungendo da punto di contatto tra la pelvi e gli arti inferiori.

A livello muscolare, invece, fornisce l’inserzione di alcuni muscoli molto importanti come il muscolo multifido (che estende e stabilizza la colonna bilateralmente), il muscolo piriforme (che unisce la faccia pelvica dell’osso sacro al femore) e il muscolo sacro-spinale (che contribuisce all’estensione del rachide).

Inoltre, trattandosi di un osso particolarmente robusto, fornisce protezione al tratto sacrale della colonna spinale e supporta la parte superiore del corpo quando camminiamo, corriamo o saltiamo.

Tornando al dolore, a meno che non si tratti di una frattura o una particolare patologia come la malattia di Reiter o la spondilite anchilosante, è abbastanza frequente che sia dovuto a un trauma da caduta oppure a una lussazione coccigea.

Prima, però, di approfondire i sintomi e suggerirvi cosa fare per alleviare il disturbo, dobbiamo sfatare un paio di convinzioni errate. Innanzitutto, si tende spesso a confondere il dolore al coccige con quello all’osso sacro, quando in realtà il primo è posizionato più in basso, appena sopra la fessura delle natiche.

In secondo luogo, è bene precisare che il dolore all’osso sacro o al coccige non ha nulla a che vedere con i problemi alle emorroidi e alle ragadi anali, nonostante tenda ad acuirsi durante e dopo l’evacuazione.

 

Trauma all’osso sacro: le cause più comuni

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di scivolare sulla neve o su una rampa di scale sdrucciolevole e di cadere con il sedere per terra, sbattendo più o meno violentemente l’osso sacro contro una superficie dura.

Nella maggior parte dei casi questo tipo di trauma, apparentemente innocuo, può determinare una forte sensazione di dolore soprattutto se si verifica ad alto impatto o si soffre di debolezza ossea, magari dovuta a problemi articolari o all’osteoporosi.

Non è raro, infatti, che si verifichino traumi di diversa entità a carico dell’osso sacro e del coccige, alcuni risolvibili con qualche giorno di riposo e applicando del ghiaccio sulla zona interessata, altri più dolorosi e lenti a guarire.

A farne le spese, poi, sono anche i muscoli della schiena e del collo che, in seguito al trauma, possono contrarsi e irrigidirsi anche in modo serio.

Oltre alle cadute accidentali, agli incidenti automobilistici e ai forti impatti durante le attività sportive, il dolore persistente può essere causato anche da problemi di varia natura, tra cui:

  • la sacroileite, un’infiammazione delle articolazioni sacro-iliache;
  • la coccigodinia, una sindrome dolorosa che colpisce il coccige e l’area circostante dopo un trauma o come conseguenza di una postura scorretta;
  • le malformazioni dell’osso sacro che alterano la fisiologia della colonna vertebrale;
  • l’osteomalacia, una patologia metabolica dell’apparato scheletrico dovuta a un difetto di mineralizzazione delle ossa;

Nei casi più gravi, i dolori all’osso sacro possono essere sintomo anche di un tumore della prostata in fase avanzata, della prostatite cronica e, nelle donne, dell’endometriosi.

 

Frattura osso sacro: sintomi

Il sintomo principale di un trauma o una frattura all’osso sacro è il dolore riferito alla zona lombare bassa, che a volte può irradiarsi anche all’inguine, ai fianchi e all’arto inferiore omolaterale, ma mai fino al piede come accade in genere con la sciatica.

Dal momento che stiamo parlando di una zona molto innervata, la sintomatologia può includere anche formicolio, intorpidimento e senso di debolezza lungo uno o entrambi gli arti inferiori.

Inoltre, possono aggravare il quadro clinico e i sintomi associati: lo stare in piedi per molte ore consecutive, la prolungata posizione seduta, correre o andare in bici, salire le scale e il passaggio dalla posizione seduta a quella in piedi.

 

Cosa fare se il dolore è dovuto a un trauma o una frattura

Per affrontare e risolvere il dolore alla regione sacrale dovuto a un trauma o una caduta, la prima cosa da fare è rivolgersi a uno specialista o recarsi in un pronto soccorso per effettuare degli esami radiografici e verificare l’eventuale presenza di un’infrazione ossea, di fratture o lesioni significative, come per esempio la lussazione del coccige.

Questi traumi, se trascurati o non curati in modo adeguato nelle prime fasi, possono sfociare in problemi cronici più difficili da risolvere, come la coccigodinia e i paramorfismi della colonna vertebrale.

Pertanto, nel caso di una caduta sul fondoschiena o di una brusca scivolata, è importante intervenire prontamente, applicando del ghiaccio sulla zona dolente ed evitando sforzi che riguardino la regione sacrale e la colonna vertebrale.

Inoltre, per prevenire e calmierare il dolore, è buona norma sedersi su un cuscino a ciambella o cavo al centro, assumere posizioni “ergonomiche” che evitino schiacciamenti dell’osso sacro – magari utilizzando un tappetino per yoga o un materassino ortopedico – e dormire a pancia in giù così da non sovraccaricare l’area che ha subito il trauma.

Se il dolore non dà tregua o rende impossibile lo svolgimento delle attività quotidiane più semplici, come andare in bagno o alzarsi dal divano, è possibile assumere degli antidolorifici per via orale dietro consiglio del medico.

In presenza di ematomi, tumefazioni o dolore particolarmente forte e debilitante, nei giorni seguenti il trauma si può anche effettuare un trattamento di neuromodulazione interattiva. Di cosa si tratta? Di un tipo di elettroterapia, totalmente sicura e non dolorosa che, attraverso l’utilizzo di microcorrenti elettriche bifasiche, stimola e accelera i naturali processi di riparazione dei tessuti, riducendo i tempi necessari per la guarigione e il pieno recupero.

 

 

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Calcio & Basket

La classifica dei dieci stadi più belli del mondo

 

Il calcio è uno sport che appassiona moltissime persone in tutto il globo, e il merito va anche agli spettacolari campi sportivi in cui si giocano le sue partite. Per questo, oggi vi presentiamo la nostra top ten degli stadi più belli del mondo.

 

Qui di seguito vi presentiamo i dieci stadi più belli della nostra epoca, ordinati secondo una classifica che attribuisce la priorità, non solo alla bellezza della struttura in sé, ma anche a ciò che rappresenta per appassionati e tifosi.

 

I 10 stadi più belli del mondo

 

1. Il Maracanà di Rio de Janeiro

Costruito in occasione dei mondiali di calcio del 1950, il Maracanà è stato per diversi anni lo stadio più grande del mondo, con una capienza di 160.000 spettatori, sebbene in alcune circostanze sia riuscito a contenere fino a 200.000.

Al suo interno ospita anche il Museo dello Sport intitolato a Garrincha, dove sono esposti cimeli, maglie, scarpette da calcio e fotografie che testimoniano la storia del fùtebol brasiliano.

Sul suo terreno di gioco hanno lasciato il segno i più grandi calciatori di tutti i tempi, da Zico a Pelé, e grazie a una struttura che copre un’area complessiva di ben 304.284 m², rientra ancora oggi tra gli stadi più grandi del mondo, superato in capienza solo dal Wembley e dal Camp Nou.

 

2. Il Rungrado May Day Stadium di Pyongyang

Come dicevamo, lo stadio più grande del mondo non si trova a Rio de Janeiro, bensì a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord. Qui è situato il Rungrado May Day Stadium, un impianto sportivo in grado di ospitare ben 114.000 spettatori e circondato da sedici grandi arcate che rendono la struttura molto simile a un fiore di magnolia.

Costruito in due anni e inaugurato il 1° maggio 1989, oggi è sede di molte partite della Nazionale di calcio della Corea del Nord, sia maschile che femminile, e ospita tra agosto e settembre il famoso Festival di Arirang.

3. Il Camp Nou di Barcellona

Famoso per essere teatro delle partite del Barcellona fin dal 1957, con i suoi quasi centomila posti disponibili il Camp Nou è oggi lo stadio più grande d’Europa.

Situato nel quartiere Les Corts, fino al 2001 lo stadio di Barcellona era conosciuto con il nome di Estadi del Futbol Club Barcelona, ma a seguito di un referendum tra i soci del club fu ribattezzato Camp Nou (“campo nuovo” in catalano).

Con una capacità di 99.354 spettatori, non sarà lo stadio più capiente del mondo ma lo è sicuramente dell’Europa, davanti al nuovo Wembley Stadium di Londra (90.000) e allo stadio San Siro di Milano (81.277).

 

4. Il Santiago Bernabeu di Madrid

Restando sempre in Spagna, è ora il turno di uno degli stadi più belli del mondo: il Santiago Bernabéu di Madrid

Arena ormai conosciuta delle partite del Real Madrid, fu inaugurato nel 1947 come “Nuevo Estadio Chamartin”, per poi essere ribattezzato nel 1955 “Santiago Bernabeu” in onore del famoso calciatore e allenatore di calcio spagnolo.

L’impianto calcistico venne ideato dall’architetto José María Castell e inizialmente aveva una capacità di 75.145 spettatori ma, grazie a diverse modifiche e ristrutturazioni, oggi può ospitarne oltre 81.000.

5. Il Giuseppe Meazza di Milano

Sul podio degli stadi più grandi d’Italia svetta il leggendario impianto sportivo di Inter e Milan, noto come Stadio San Siro in virtù del quartiere in cui sorge, ma registrato ufficialmente con il nome di Stadio Giuseppe Meazza il 2 marzo 1980 in onore di uno dei più grandi cannonieri della storia del calcio italiano e non solo.

Oltre a essere lo stadio più grande d’Italia per capienza, con i suoi quasi 76.000 spettatori (75.923 per la precisione), è stato giudicato dal quotidiano britannico The Times il secondo stadio più bello del mondo nel 2009, grazie soprattutto alla ristrutturazione effettuata in occasione dei mondiali di calcio italiani del 1990 che, con la costruzione del “terzo anello”, ne ha migliorato sensibilmente il design.

 

6. Il Wembley Stadium di Londra

Tra i numerosi stati di Londra, sedici dei quali interamente dedicati al calcio, il più moderno e affascinante dal punto di vista estetico è sicuramente il Wembley Stadium situato nell’omonimo quartiere della capitale britannica.

A tal proposito, però, occorre fare una piccola precisazione: l’impianto calcistico originale, costruito nel 1923, fu completamente demolito nel 2003 per fare posto al nuovo Wembley, stesso nome, meno storia e più modernità.

Ma oggi al Wembley Stadium chi ci gioca? Nessuna squadra, perché in realtà lo stadio è la casa della nazionale inglese di calcio, ma nessun club vi gioca abitualmente all’interno.

Un fatto più unico che raro a dire il vero, visto che stiamo parlando del secondo stadio più grande dell’Europa. La struttura può infatti ospitare fino a 90.000 spettatori ed è famosa anche per il suo costo complessivo dato che, con oltre 920 milioni di euro spesi, è anche il secondo stadio più costoso al mondo.

7. L’Olympiastadion di Berlino

 

Costruito nel 1936 per ordine di Adolf Hitler in occasione delle Olimpiadi di Berlino, lo Stadio Olimpico (in tedesco Olympiastadion) è stato teatro di numerose vicende sportive che hanno fatto la storia del calcio, tra cui le finali europee della Coppa dei Campioni 1978-1979, della UEFA Champions League 1992-1993 e della UEFA Champions League 1996-1997, ospitando anche numerose gare di atletica leggera.

Progettato dall’architetto tedesco Günther Behnisch, lo stadio di calcio tedesco fu sottoposto a un parziale restyling nel 2001, che ha lasciato intatte le caratteristiche monumentali e storiche della struttura, riducendone però la capienza a circa 76.000 posti a sedere.

 

8. La Bombonera di Buenos Aires

A Buenos Aires è noto come l’Estadio Alberto Josè Armando, ma in tutto il mondo è famoso con il nome di “Bombonera“.

Sede attuale del Boca Juniors, oggi conta solamente 49.000 posti a sedere, sebbene si parli ormai da tempo di un nuovo progetto di ristrutturazione che dovrebbe aumentarne la capienza a 70.000 spettatori.

9. Stade de France a Saint-Denis

Inaugurato nel 1998 per il campionato del mondo in terra francese, lo Stade de France è un impianto sportivo multifunzione situato a Saint-Denis.

Tristemente famoso per l’attentato terroristico del 13 novembre 2015, in cui due kamikaze si fecero esplodere all’esterno dello stadio durante un’amichevole tra le nazionali di calcio di Francia e Germania, è oggi il maggior impianto del Paese e uno dei più grandi stadi d’Europa per capienza, potendo ospitare più di 81.000 spettatori.

 

10. Soccer City di Johannesburg

A Johannesburg, l’11 luglio 2010, si disputò la finale del primo Mondiale di Calcio in terra d’Africa. La partita si svolse al Soccer City, il quinto stadio più grande al mondo, con una capienza di 94.700 spettatori.

In realtà l’impianto aveva già segnato la storia quindici anni prima, quando nel 1996 la Nazionale Sudafricana di Calcio vinse per la prima volta la Coppa delle Nazioni Africane.

 

 

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Accessori per bici

Storia e albo d’oro della Vuelta di Spagna, una grande classica del ciclismo

 

La Vuelta a España è una corsa ciclistica a tappe che si disputa ogni anno, tra agosto e settembre, in Spagna e paesi limitrofi. Oggi facciamo un breve viaggio nella storia per scoprire le origini e l’albo d’oro delle varie edizioni di questa grande manifestazione sportiva.

 

Disputata per la prima volta nel 1935, la Vuelta a España (comunemente conosciuta come Vuelta) è una gara ciclistica spagnola che fa parte, insieme al Tour de France e al Giro d’Italia, dei tre Grandi Giri maschili di ciclismo professionistico su strada. Un’emozionante manifestazione sportiva per tutti gli appassionati delle due ruote a pedali, da vivere insieme ai campioni di ieri e di oggi che hanno reso, e rendono, grande il ciclismo.

Oggi analizzeremo il lungo percorso di questo prestigioso torneo, a partire da quando i grandi ciclisti del passato hanno cominciato a muovere i primi passi o, per meglio dire, le prime pedalate in questa storica competizione, per scoprire insieme le origini e l’albo d’oro della Vuelta di Spagna.

Siete pronti a percorrere con noi questo breve cammino nella storia? Allora indossate i vostri occhiali da ciclismo e allacciate le scarpe da bici che si parte!

 

La storia della Vuelta di Spagna

La storia della Vuelta a España passa attraverso il nome di grandi ciclisti del panorama mondiale, come Roberto Heras Hernández, Jacques Anquetil e Giovanni Battaglin. Non manca, poi, qualche curiosità che, a modo suo, ha scritto una pagina della storia di questa manifestazione sportiva.

La prima edizione del giro di Spagna vide la luce nel 1935, quando il giornalista spagnolo Juan Pujol, proprietario del quotidiano Informaciones, si fece promotore di una gara ciclistica a tappe in cui si sarebbero affrontati i migliori ciclisti della della penisola iberica e del Vecchio Continente.

Ispirata dal grande successo del Tour de France e del Giro d’Italia, la Vuelta fu disputata per la prima volta dal 29 aprile al 15 maggio 1935, su un percorso di 3.425 km diviso in quattordici tappe, con partenza e arrivo a Madrid.

Furono cinquanta i corridori che presero parte alla prima storica edizione della manifestazione, che durò 14 giorni e si concluse con la vittoria del ciclista belga Gustaaf Deloor.

Inizialmente, questa impegnativa competizione ciclistica si svolgeva in primavera, solitamente in aprile, con qualche gara disputata a giugno negli anni quaranta. Fatta eccezione per alcune interruzioni, la Vuelta di Spagna si è tenuta ogni anno a partire dal 1955 e fu spostata dall’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) da aprile a settembre per evitare la diretta concorrenza con il Giro d’Italia, che veniva disputato annualmente a maggio.

 

I colori della Vuelta

Un po’ diverse rispetto al Tour de France e al Giro d’Italia, le maglie della Vuelta hanno cambiato diverse volte colore nel corso degli anni. Nella prima edizione del 1935, il leader della classifica generale indossava una maglia arancione, equivalente spagnola della maglia rosa del Giro d’Italia e della maglia gialla del Tour de France.

L’arancione resta in voga per un decennio (fatta eccezione per la gara del 1941, quando venne rimpiazzato dal bianco), per essere poi sostituito dal rosso nel 1945 e da una maglietta bianca con strisce rosse dal 1946 al 1950.

Sulla falsa riga del giro di Francia, nel 1955 si cambia nuovamente colore, virando sul giallo fino al 1998 (con un breve ritorno dell’arancione nella sola edizione del 1977) e sull’oro dal 1999 al 2009.

Il ciclista belga Gustaaf Deloor fu il primo a conquistare l’originale maglia arancione della Vuelta nel 1935 e nel 1936, mentre il corridore svizzero Alex Zülle la indossò più di tutti nella storia, per 48 giorni.

A partire dall’edizione del 2010, i colori ufficiali del giro spagnolo diventano tre:

  • la maglia rossa, assegnata la leader della classifica generale ed equiparata al giallo del Tour de France e al rosa del Giro d’Italia;
  • la maglia bianca a pois blu, che sarà sulle spalle del miglior scalatore del gruppo, leader nella classifica dei Gran Premi della Montagna, a partire dalla 65a edizione della Vuelta a Espana;
  • la maglia verde, introdotta nel 1945 per indicare il miglior velocista della classifica a punti. A differenza delle altre due grandi corse a tappe europee, che assegnano un punteggio differente in base all’arrivo in salita e quello in pianura, premiando così il miglior sprinter del gruppo, la Vuelta di Spagna non fa distinzioni, per cui a indossare la maglia verde è il corridore che ha dimostrato la miglior costanza in generale.

Infine, il giro ciclistico spagnolo prevede anche l’assegnazione di una maglia bianca al leader della classifica giovani, riservata ai ciclisti under 26.

Introdotta per la prima volta nel 2019 per uniformarsi al Tour de France e al Giro d’Italia, in realtà fino al 2018 questo colore veniva indossato dal vincitore di una speciale graduatoria che sommava i posizionamenti di ogni corridore nella classifica generale, degli scalatori e in quella a punti.

 

Albo d’oro Vuelta

Come ogni competizione sportiva, anche la vuelta ha un albo d’oro che reca i nomi, non solo dei grandi ciclisti che hanno fatto la storia di questo emozionante evento iberico, ma anche di giovani promesse del ciclismo che si sono costruiti una solida reputazione proprio per aver vinto il giro di Spagna.

 

Ecco di seguito l’elenco dei vincitori della Vuelta di ogni singola edizione, a partire dalla prima del 1935 fino all’ultima disputata nel 2024.

1935: Gustaaf Deloor

1936: Gustaaf Deloor

1937-1940: non disputate

1941: Julián Berrendero Martin

1942: Julián Berrendero Martin

1943-1944: non disputate

1945: Delio Rodríguez

1946: Dalmacio Langarica

1947: Edward Van Dijck

1948: Bernardo Ruiz

1949: non disputata

1950: Emilio Rodríguez Barros

1951-1954: non disputate

1955: Jean Dotto

1956: Angelo Conterno

1957: Jesús Loroño

1958: Jean Stablinski

1959: Antonio Suárez

1960: Frans De Mulder

1961: Angelino Soler

1962: Rudi Altig

1963: Jacques Anquetil

1964: Raymond Poulidor

1965: Rolf Wolfshohl

1966: Francisco Gabica

1967: Jan Janssen

1968: Felice Gimondi

1969: Roger Pingeon

1970: Jesús Luis Ocaña Pernía

1971: Ferdinand Bracke

1972: José Manuel Fuente Lavendera

1973: Eddy Merckx

1974: José Manuel Fuente

1975: Agustín Tamames Iglesias

1976: José Pesarrodona

1977: Freddy Maertens

1978: Bernard Hinault

1979: Joop Zoetemelk

1980: Faustino Rupérez

1981: Giovanni Battaglin

1982: Marino Lejarreta

1983: Bernard Hinault

1984: Éric Caritoux

1985: Pedro Delgado

1986: Alvaro Pino

1987: Luis Herrera

1988: Sean Kelly

1989: Pedro Delgado

1990: Marco Giovannetti

1991: Melchor Mauri

1992: Tony Rominger

1993: Tony Rominger

1994: Tony Rominger

1995: Laurent Jalabert

1996: Alex Zülle

1997: Alex Zülle

1998: Abraham Olano

1999: Jan Ullrich

2000: Roberto Heras

2001: Angel Casero

2002: Aitor González

2003: Roberto Heras

2004: Roberto Heras

2005: Roberto Heras

2006: Aleksandr Vinokurov

2007: Denis Men’šov

2008: Alberto Contador

2009: Alejandro Valverde

2010: Vincenzo Nibali

2011: Chris Froome

2012: Alberto Contador

2013: Chris Horner

2014: Alberto Contador

2015: Fabio Aru

2016: Nairo Quintana

2017: Chris Froome

2018: Simon Yates

2019: Primož Roglič

2020: Primož Roglič

2021: Primož Roglič

 

 

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8 consigli per giocare e vincere alla roulette 

 

Prima di entrare nel merito dell’articolo una premessa, a nostro giudizio, è assolutamente necessaria. Metodi sicuri per arricchirsi giocando con la roulette – e in generale con qualsiasi altro gioco d’azzardo, dal poker alle scommesse sportive – non ce ne sono. Diffidate da quanti su internet vi propongono, magari a fronte di un pagamento, metodi infallibili per guadagnare montagne di euro. Detto questo, se amate di tanto in tanto puntare qualche euro al casino o su servizi online, allora vi consigliamo di dare un’occhiata ai nostri suggerimenti, che vi aiuteranno a gestire al meglio il vostro gruzzoletto e magari a portarvi a casa qualche vincita in più. 

 

Stabilire un budget

Quando si gioca d’azzardo o si scommette è piuttosto facile farsi ingolosire e lasciarsi prendere la mano, magari perché si sta vincendo o, al contrario, per cercare di recuperare le perdite. È fondamentale, alla roulette come per qualsiasi altro gioco, stabilire un limite economico che, in qualche modo, ci si può “permettere” di perdere. Avendo un capitale iniziale – alto o basso che sia – potrete gestirlo con relativa tranquillità, ben sapendo che, se capitasse di esaurirlo, vi dovrete fermare. Questo è un passaggio fondamentale, da avere sempre ben chiaro prima di approcciare il “tavolo verde”. Al termine della sessione di gioco, valutate la possibilità di ritirare le eventuali vincite, lasciando sul conto di gioco la puntata iniziale, così da cominciare a realizzare qualche profitto.

 

La tipologia di roulette

Nell’ampia scelta di roulette disponibili online, come per esempio NetBet roulette, se ne possono sostanzialmente individuare di due tipologie: quella europea e quella americana. Il nostro consiglio è di scegliere sempre quella europea, non tanto per un senso patriottico ma perché in quella americana, oltre allo “0” c’è anche il doppio zero “00”, il che riduce le possibilità di vittoria. Parlando di numeri, il margine di vittoria del banco nella roulette europea è di circa il 2,6%, percentuale che sostanzialmente raddoppia in quella americana. 

Conoscere quanto pagano le puntate

Prima di cominciare a giocare è bene avere chiaro quanto si guadagna qualora si azzecchi la puntata. Facciamo un rapido riepilogo:

• Numero secco (35 a 1, ovvero per un euro giocato se ne vincono 35)

• Due numeri, posizionando la fiche a cavallo tra i due (17 a 1)

• Tre numeri, posizionando la fiche alla fine della “street”, ovvero la riga di tre numeri (11 a 1)

• Quattro numeri, collocando la puntata nell’intersezione comune tra i quattro numeri (8 a 1)

• Sei numeri in linea (5 a 1)

• Colonna di dodici numeri (2 a 1)

• Dozzine (da 1 a 12, da 13 a 24…) (2 a 1)

• Rosso o nero (1 a 1)

• Pari o dispari (1 a 1)

• Alto o basso (1 a 1)

 

Giocare gratis

Numerosi siti online offrono la possibilità di giocare gratis (senza dunque vincere soldi veri) alla roulette. Non sottovalutate questa opzione perché così avrete la possibilità di impratichirvi con il gioco, provare qualcuna delle strategie che vi illustriamo nei prossimi punti e studiarne di vostre personali. Dopo la necessaria “gavetta” sarete pronti a passare alle roulette con puntate reali. 

 

Puntate meno rischiose

Magari sarà meno elettrizzante e divertente ma scegliere di non giocare i numeri ma solamente il “rosso o nero” oppure il “pari o dispari” aumenta le probabilità di realizzare una vincita. Certo il guadagno è solo 1:1 (per un euro giocato se ne vince un altro) ma è anche vero che le possibilità di azzeccare la giocata sono di poco inferiori al 50% (per la presenza dello “0”). Una prima giocata che si può tentare – per limitare al massimo i rischi – è quella di puntare sul “rosso” e sul “dispari”, così da coprire un buon quantitativo di numeri (alcuni dei quali vi permetteranno di ottenere anche una doppia vincita). 

 

Al raddoppio

Questa tipologia di giocata tende a dare i suoi frutti ma obbliga ad avere un discreto budget a disposizione per poter raddoppiare, quando necessario, la giocata. Sostanzialmente si tratta di puntare sul “rosso” o sul “nero” (ma si può fare anche con “pari” e “dispari”) e, quando si perde, raddoppiare la puntata finché non si vince. Facciamo un esempio pratico. Puntate 5 euro sul rosso. Se esce incassate la vincita di 10 euro, se invece esce il nero, al giro seguente puntate 10 euro sempre sul rosso. Se dovesse uscire ancora il nero, puntate 20 euro sul rosso e così via finché non uscirà il rosso (cosa che statisticamente succederà di sicuro). Questa strategia è nota come Martingale e ne esiste anche una variazione – con un esborso leggermente superiore – chiamata Grand Martingale. 

 Metodo delle colonne 

Per mettere in pratica questo metodo sono necessarie una certa pazienza e… un foglio di carta. Qui dovrete disegnare una tabella formata da nove colonne e quattro righe, contraddistinguendo le varie caselle con i numeri della roulette, ovvero da 1 a 36. A questo punto limitatevi a osservare l’andamento del gioco, spuntando sulla vostra tabella i numeri che escono. Non appena in una delle righe tre numeri su quattro saranno usciti, giocate i quattro numeri di quella riga, perché statisticamente ci sono più probabilità che uno di quelli esca. Il sistema funziona meglio sul lungo periodo, dunque, sempre a livello statistico, sono necessari almeno nove tentativi per sperare nella vittoria. 

 

Puntare sullo zero

Questo sistema mira a ottenere il guadagno di 35 volte la giocata che si ha puntando sullo zero (qualora esca). Ecco come minimizzare le perdite in attesa che la pallina si fermi sul “numero verde”. Effettuate una puntata sullo “0” e, contestualmente, raddoppiando, su due colonne di dodici numeri (su tre). Per esempio, giocate un euro sullo “0”, due euro sulla colonna di destra e due euro su quella di centro. In questo modo è possibile realizzare piccole vincite che andranno ad ammortizzare le perdite di quando non esce lo zero. Vi consigliamo di puntare colonne differenti a ogni giro di pallina perché è statisticamente più probabile che, uscito un numero di una determinata colonna, quello successivo farà parte di una delle altre due.

 

 

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Cardio & Fitness

La corretta tensione delle corde della racchetta da tennis per principianti

 

Il post di oggi è dedicato a tutti i neofiti del tennis che si avvicinano per la prima volta a questa affascinante attività sportiva. Qui vi spieghiamo, passo dopo passo, come incordare la racchetta alla giusta tensione.

 

Dilettanti e tennisti alle prime armi si preoccupano di avere l’attrezzatura giusta per dedicarsi a questa affascinante disciplina, ma spesso trascurano l’incordatura della racchetta da tennis. Oltre a influenzare le prestazioni dell’atleta, la giusta tensione delle corde si traduce in una maggiore quantità di potenza ed energia restituita alla palla, permettendo di sfruttare al meglio il cosiddetto effetto trampolino.

Oggi vi spieghiamo nel dettaglio come incordare una racchetta per aumentare il livello del proprio gioco e approcciarsi a questo sport con la giusta tecnica.

 

Come scegliere le corde da tennis

Chiunque abbia preso in mano una racchetta da tennis si sarà sicuramente posto la domanda: quali corde mettere?

Ovviamente non pensiamo di risolvere il dilemma in poche battute, ma un po’ di chiarezza la possiamo fare, rivolgendoci a tutti i neofiti e i principianti che, nonostante sappiano già come scegliere una racchetta da tennis, si ritrovano con un pugno di mosche in mano in merito all’incordatura.

Il segmento di mercato delle corde da tennis è particolarmente ampio: Wilson, Babolat, Tecnifibre, Gosen, Head, Kirschbaum e molte altre aziende produttrici propongono prodotti sempre più performanti e all’avanguardia per garantire un’ottima tenuta della tensione, una buona potenza e un elevato comfort durante le sessioni di gioco.

Ma, a prescindere dalle misure della racchetta da tennis e dalla scritta presente sui filamenti, le variabili da considerare nella scelta delle corde da tennis giuste sono sostanzialmente due: la composizione e il calibro.

In realtà sarebbero tre se si include anche la tensione, ma a questo ci arriveremo dopo. Per quanto riguarda la composizione, possiamo distinguere tre tipologie di corde:

1) Le corde in budello costituite da fibre animali ricavate dall’intestino dei bovini. Oltre a essere più pregiate e costose rispetto ad altri materiali, assicurano una qualità e una giocabilità ineguagliabili, ma per contro hanno una durata alquanto limitata e soffrono gli sbalzi di temperatura (soprattutto il caldo e l’umidità), che ne possono causare un rapido rinsecchimento.

2) Le corde monofilamento caratterizzate da una struttura semplice basata sull’utilizzo di un unico materiale assemblato in un solo filamento. In genere, sono realizzate in poliestere e offrono una maggiore rigidità che le rende la scelta d’elezione dei professionisti e dei giocatori avanzati in cerca di controllo, sebbene perdano in reattività e potenza.

Le sezioni possono essere sagomate per migliorare la presa sulla palla e il potenziale di spin, e vengono spesso sottoposte a una lavorazione di trafilatura per aumentarne la resistenza all’usura.

3) Le corde multifilamento composte da numerosi microfilamenti assemblati tra loro e rivestiti da una guaina protettiva.

Oltre a essere l’alternativa più economica alle corde in budello naturale, assicurano una buona tenuta della tensione e un maggiore feeling con la palla. Inoltre, dal momento che sono in grado di ammortizzare alla perfezione le vibrazioni, si rivelano particolarmente indicate per chi soffre, o vuole prevenire, problemi tendinei e/o articolari, come l’epicondilite (o gomito del tennista).

Molto diffusa tra i professionisti è anche l’incordatura ibrida, che prevede l’impiego di due diversi tipi di corda da tennis – uno sulle orizzontali e l’altro sulle verticali – per beneficiare dei vantaggi offerti da due armeggi diversi (per esempio, il monofilamento e il budello).

In questo modo si possono ottenere tante combinazioni differenti, sebbene in genere si consiglia di montare orizzontalmente le corde più elastiche e lasciare sulle verticali quelle più rigide.

Infine, il calibro delle corde da tennis può variare da 1.00 (sottigliezza massima) a 1.50 mm (spessore massimo), sebbene i calibri più diffusi in commercio siano quelli intermedi di 1.25, 1.30 e 1.35.

 

Tensione corde tennis

Quando una racchetta da tennis viene incordata in fabbrica o da un incordatore, si applica una tensione specifica in base ai tipi di corde e allo stile di gioco del tennista.

Sotto il profilo delle prestazioni, la tensione di una corda influisce su due variabili: il coefficiente di restituzione, ossia l’elasticità dell’impatto tra la pallina e la racchetta, e il Dwell Time (detto anche tempo di sosta), che è il lasso di tempo in cui la palla rimane sulle corde.

A loro volta, questi due parametri possono influenzare il feeling che un atleta ha in termini di controllo, potenza e tensione muscolare, ma dal momento che non esiste una scienza esatta in merito all’incordatura di una racchetta, individuare la tensione ideale dipende principalmente dalle preferenze personali, oltre che dalle dimensioni della racchetta da tennis.

In linea di massima, una bassa tensione delle corde corrisponde a un aumento del dwell time, e questo si traduce in un maggior quantitativo di energia restituito alla pallina e in un incremento della potenza dovuto al cosiddetto effetto trampolino.

Inoltre, incordare una racchetta con tensioni basse è meno traumatico per i muscoli e le articolazioni del braccio, riducendo le vibrazioni e gli shock da impatto a fronte di uno sweetspot più ampio.

Le tensioni più alte, invece, assicurano un top spin più efficace e un maggiore controllo della palla. Tuttavia, rispetto al passato, la gamma di tensioni delle racchette da tennis si è decisamente abbassata: quando si utilizzava il budello naturale, i giocatori professionisti arrivavano a chiedere incordature anche fino a 40 Kg, un valore impensabile con le attuali corde mono e multifilamento.

Oggi, invece, per avere un’ottima combinazione di potenza e topspin, specialmente con le nuove corde in poliestere, il range richiesto varia da 21 a 26 Kg, sebbene anche in questo caso ci sia la tipica eccezione che conferma la regola, come quella del tennista Filippo Volandri, che è arrivato a utilizzare una tensione di soli 10 Kg.

Come verificare la corretta tensione delle corde

Per controllare la tensione della racchetta da tennis si possono utilizzare due diversi apparecchi. Il primo è la macchina incordatrice, uno strumento di calibrazione che viene usato prima di incordare per dare la giusta tensione alle corde durante il montaggio.

I modelli elettronici utilizzano un motore elettrico comandato in modo computerizzato per rendere più pratica e veloce l’incordatura della racchetta da tennis, e migliorare al contempo l’accuratezza della tensione, mentre le versioni a blocco manuale sfruttano una manovella per ottenere la tensione desiderata e, nel punto in cui questa viene raggiunta, un blocco meccanico ferma la corda.

Il secondo strumento consiste in un tester che permette a tecnici e giocatori di misurare la tensione delle corde dopo che la racchetta è stata incordata e può essere di tipo analogico, elettrico oppure in forma di app che funzionano tramite l’acustica.

 

 

 

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Abbigliamento sportivo

Le 8 migliori giacche antivento del 2024

 

Giacche antivento – Guida all’acquisto, Opinioni e Confronti

 

Le giacche antivento sono estremamente utili per allenarsi all’esterno anche durante i periodi più freddi dell’anno. Tra le caratteristiche più importanti c’è indubbiamente la vestibilità ma non bisogna sottovalutare anche il comfort dato da tasche aggiuntive e un eventuale cappuccio.

Nel nostro articolo vi daremo tutte le informazioni necessarie per scegliere al meglio il prodotto che fa al caso vostro. Tra le giacche che abbiamo apprezzato di più ci sono Givova Rain Basico Rj001, dall’eccellente rapporto qualità/prezzo, seguita da Tribord Sailing 100, un modello anche impermeabile, pensato per chi ama andare a vela.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori giacche antivento – Classifica 2024

 

Nella classifica in basso troverete le migliori giacche antivento del 2024, selezionate per voi in base al grado di soddisfazione dei consumatori. Se non avete idea di quale acquistare e siete particolarmente indecisi, vi invitiamo a dare un’occhiata anche alla nostra guida su come scegliere una buona giacca antivento, dove illustriamo tutti i fattori da prendere in considerazione.

 

 

Giacca antivento running

 

1. Givova Rain Basico Rj001 Giacca impermeabile unisex adulto

 

Quello di Givova è il prodotto più economico della nostra lista, non sorprende dunque che sia uno dei più venduti online. Il brand è conosciuto in tutta Italia grazie anche alla sponsorizzazione di molte squadre di calcio come il Chievo Verona, la Salernitana e il Catania. Oltre al modello Giallo Fluo, è possibile scegliere tra vari colori differenti, dal classico arancione Givova fino al nero, blu, verde o anche rosa. Si tratta di una giacca impermeabile, che può dunque essere indossata al di sopra di una tuta per allenarsi all’esterno anche in condizioni atmosferiche non esattamente favorevoli. A differenza di altre giacche, ha maniche elastiche che evitano che il freddo o la pioggia entrino facilmente, dei nastri regolabili nella parte inferiore, cappuccio nascosto che può essere tirato fuori all’occorrenza e due tasche laterali, per inserire magari oggetti come uno smartphone, fazzoletti e così via.

I consumatori consigliano l’acquisto di una taglia in meno, per far sì che la giacca vesta al meglio.

 

Pro

Prezzi bassi: Una delle giacche antivento vendute online più economiche. Se volete spendere poco poiché non vi allenate spesso all’esterno, potrebbe fare al caso vostro.

Colori: La giacca non è disponibile solo in Giallo Fluo ma recandosi sul sito del venditore tramite il link fornito è possibile scegliere la colorazione preferita tra una vasta gamma.

Cappuccio: Di base è nascosto, può essere tirato fuori all’occorrenza, inoltre possiede degli accorgimenti che evitano l’entrata di freddo e pioggia al di sotto della giacca.

 

Contro

Taglia: Veste un po’ grande, per questo motivo se volete che si adatti bene al vostro corpo è consigliato acquistare una taglia in meno.

Clicca qui per vedere il prezzo

 

 

 

Giacca antivento antipioggia Decathlon

 

2. Tribord Sailing 100 – Giacca Impermeabile Antivento

 

Tra le offerte più convenienti dal punto di vista del prezzo abbiamo anche la giacca antivento e impermeabile di Tribord!, disponibile in sei colorazioni differenti, così da soddisfare i gusti di chi è più tradizionale e chi più appariscente. Presenta una chiusura a zip intera con tirante, un cappuccio regolabile e tre tasche con cerniera, di cui una interna.

Il tessuto è rivestito e trattata specificatamente in modo da essere idrorepellente ma anche molto traspirante, così da evitare la formazione di condensa. Inoltre è studiato per non avere problemi anche qualora venga a contatto con l’acqua di mare, per questo si propone come una giacca per chi ama andare a vela

Per quanto riguarda le taglie, invece, gli utenti che hanno avuto modo di provare la giacca sottolineano la necessità di acquistare una taglia in più rispetto alla propria, non solo perché si tratta di un prodotto da usare al di sopra dei classici vestiti ma anche perché veste leggermente stretta.

 

Pro

Prezzo: Il costo è esiguo, per quanto riguarda questa tipologia di prodotti venduti online è un vero e proprio affare, soprattutto se amate andare in barca.

Colori: Il venditore mette a disposizione varie colorazioni, così da soddisfare chi ama tonalità più tradizionali e chi quelle più appariscenti

Idrorepellente: La giacca è trattata per resistere senza alcun problema all’acqua, compresa quella salina del mare.

 

Contro

Taglia: Valutate con attenzione la misura, perché spesso conviene acquistare quella più grande per una superiore comodità.

 

 

 

 

Giacca antivento ciclismo

 

3. Rockbros giacca antivento impermeabile maniche lunghe Unisex

 

La giacca antivento Rockbros è unisex e fa parte di un set da ciclismo invernale. Gli utenti che sono alla ricerca di un outfit completo per potersi dedicare alla pedalata outdoor potranno quindi acquistare entrambi i pezzi e avere un completo coordinato da sfoggiare in condizioni atmosferiche avverse, soprattutto pioggia e vento.

La giacca non ha solo un design interessante, total black con inserti rossi, ma è anche di buona fattura con una discreta vestibilità. Potrebbe risultare un po’ abbondante per alcuni consumatori, tuttavia basta scegliere accuratamente la taglia seguendo la tabella proposta dal produttore per evitare di ritrovarsi con un prodotto eccessivamente grande o piccolo.

Dopo test di attività fisica in condizioni di pioggia, è confermata la totale impermeabilità, la giacca è dunque in grado di tenervi all’asciutto senza lasciar penetrare nemmeno una goccia. L’unico fattore che andrebbe rivisto per renderla virtualmente perfetta è la resistenza delle cerniere, che lascia un po’ a desiderare.

 

Pro

Outfit: Se non volete avere un completo “spezzato”, è possibile acquistare in combinazione anche i pantaloni che fanno il paio con la giacca.

Design: Esteticamente è un prodotto valido. Si presenta in una sola tonalità cromatica ma il look total black con gli inserti rossi è particolarmente intrigante.

Impermeabilità: Dai test effettuati dai consumatori è di alto livello, non dovrete dunque temere di bagnarvi durante l’attività all’aperto.

 

Contro

Cerniere: Sono un po’ troppo fragili e la qualità non corrisponde a quella del resto del prodotto. Un piccolo neo che non può però offuscare la bontà globale della giacca.

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Giacca antivento donna

 

4. CMP Giacca Softshell antivento e impermeabile da donna

 

La giacca in Softshell di CMP è pensata per il pubblico femminile ed è disponibile in una vasta gamma di colori, non solo l’antracite con inserti rosa fluo ma anche gialla, blu, rosa, viola e tante altre tonalità. La composizione è al 96% poliestere e 4% spandex, per garantire la giusta morbidezza. È consigliato valutare bene le taglie poiché secondo quanto riferiscono i consumatori che hanno scelto la giacca, tendono a essere un po’ più piccole e vestire molto strette. Una 42, per esempio, potrebbe essere paragonata a una XS. Il fattore impermeabilità è rispettato e la giacca garantisce anche un’ottima protezione dal vento, buono inoltre il posizionamento delle tasche, quelle più grandi sui fianchi in concomitanza delle cuciture e sul braccio destro invece troviamo un piccolo taschino per oggetti non troppo grandi come le chiavi di casa o dell’auto.

Per scoprire dove acquistare il prodotto CMP non dovete far altro che cliccare sul link in basso, verrete così riportati alla pagina del venditore dalla quale completare la transazione in tutta sicurezza.

 

Pro

Colori: Sulla pagina del produttore potete trovare una gran quantità di versioni della giacca, tutte con colorazioni differenti, per andare incontro ai vostri gusti.

Materiali: All’esterno abbiamo softshell mentre all’interno un leggero strato di pile per tenervi al caldo anche durante le giornate più fredde e ventose.

Tasche: Capienti e con delle cerniere resistenti, perfette per trasportare qualsiasi tipo di oggetto, dal semplice pacchetto di fazzoletti allo smartphone e le chiavi.

 

Contro

Taglie: Bisogna prestare molta attenzione in fase di acquisto poiché la giacca veste stretta, a una 42 corrisponde una XS, pertanto scegliete tenendo bene a mente questo punto di riferimento.

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Giacca antivento montagna

 

5. Salewa Puez Aqua 3 PTX Giacca uomo

 

Se effettuiamo una comparazione con altri prodotti qui presi in esame, notiamo subito un prezzo maggiore, il motivo è da ricercare principalmente nella qualità dei materiali, superiore alla media.

La giacca da uomo di Salewa ha un cappuccio fisso regolabile ed è realizzata con una membrana in Gore-Tex, per offrire ottima resistenza alle intemperie, come vento e pioggia. Il vantaggio per chi pratica attività outdoor, dalla semplice corsa a quelle più impegnative come trekking montano è innegabile, pertanto dovrebbe essere presa in considerazione qualora vogliate un indumento performante. I colori disponibili sono molteplici, si va dal verde all’arancione passando per il blu e varie tonalità di grigio e nero, potete scoprirle tutte e scegliere quella che più vi aggrada semplicemente cliccando sul link in basso. Le taglie sono conformi a quelle dichiarate dal produttore, potrete quindi scegliere serenamente quella che corrisponde alle vostre esigenze, l’unica pecca sembra essere la traspirabilità, inferiore a quanto ci si aspetterebbe per un prodotto del genere.

 

Pro

Materiali: La qualità è superiore e lo si può percepire immediatamente al tatto. Sebbene si tratti di poliestere resiste a qualsiasi condizione atmosferica.

Design: Esteticamente piacevole, presenta un cappuccio fisso e una vasta gamma di colori tra cui scegliere.

Non solo sport: Chi vive in zone d’Italia con clima rigido, può utilizzare la giacca anche per una semplice uscita di piacere, evitando così che pioggia e vento abbiano la meglio.

 

Contro

Poco traspirante: Quando si pratica attività fisica si tende a sudare ed è vitale quindi avere indumenti traspiranti. La giacca non fa un ottimo lavoro sotto questo punto di vista.

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Giacca antivento Uomo

 

6. Bergrisar giacca invernale da uomo in Softshell antivento

 

Avete trovato un nuovo hobby nel ciclismo? Allora è importante dotarsi di equipaggiamento di tutto punto per far fronte anche alle condizioni climatiche più impervie. La giacca antivento da uomo proposta da Bergrisar è realizzata in tessuto softshell a tre strati, in modo da proteggervi dal vento più freddo e dalla pioggia leggera. Al centro ha una membrana traspirante, per far sì che il sudore non si asciughi sugli indumenti a contatto con la pelle, ed è rivestita internamente da un morbido strato di pile.

Con tre tasche posteriori potrete trasportare comodamente e senza intralcio vari oggetti, come bottigliette d’acqua e snack, mentre quella frontale con cerniera può proteggere smartphone o chiavi. Oltre al colore nero, potrete optare per il giallo, arancione, rosso o un pattern camo sulle tonalità di grigio. Le taglie non sono molto precise e la vestibilità può creare qualche problema su un fisico non particolarmente asciutto.

 

Pro

Tasche: Grazie alle tre posteriori, prive di cerniera e quindi pensate per trasportare cibo o bottigliette d’acqua, e quella frontale con zip, potrete portare con voi tutto l’occorrente.

Morbida: Rispetto ad altri modelli presi in esame nel nostro articolo, quello di Bergrisar ha uno strato di pile interno per tenervi al caldo.

Colori: Anche in questo caso è possibile scegliere tra cromie differenti, molto interessante e alternativa quella camo sulle tonalità di grigio.

 

Contro

Vestibilità: Chi non ha un fisico asciutto potrebbe trovare alcuni problemi, soprattutto nella zona dei fianchi. Consultate attentamente la tabella del produttore prima di scegliere la taglia.

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Giacca antivento Adidas

 

7. Adidas Core18 Rain Jacket idrorepellente da uomo

 

Secondo i pareri espressi dai consumatori, la giacca Adidas è una delle migliori per proteggersi da vento e pioggia quando si pratica attività all’aperto. Il fatto che si tratti di un indumento brandizzato, in questo caso, non aumenta notevolmente il prezzo ed è dunque possibile spendere una somma congrua che unisca qualità e riconoscibilità del marchio. Le taglie sono sempre un po’ problematiche, per alcuni la giacca veste un po’ larga mentre chi ha un fisico più imponente può trovarla più stretta del normale. Il nostro consiglio è quello di optare per una taglia in più qualora vogliate utilizzarla per il running, in modo da stare comodi anche se avete svariati strati al di sotto, mentre per delle semplici passeggiate potreste anche optare per una taglia in meno, sempre a patto però che abbiate un fisico asciutto.

Le tasche sono presenti nelle cuciture laterali, per un uso più comodo, mentre i polsini elasticizzati permettono di evitare che l’acqua piovana penetri sotto la giacca.

 

Pro

Prezzo: Non sarà la giacca più economica della lista ma riesce a garantire un buon prezzo nonostante si parli di un brand sportivo noto e importante come Adidas.

Non solo sport: L’ottima qualità dei materiali rendono la giacca utilizzabile anche per delle semplici passeggiate, per evitare di bagnarsi o prendere troppo freddo. Non mancano anche utenti che l’hanno utilizzata in moto.

Polsini: Sono elasticizzati e tengono quindi le braccia all’asciutto, evitando che l’acqua possa entrare e bagnare gli indumenti sotto la giacca.

 

Contro

Aerazione: Mancano degli accorgimenti per la traspirabilità, una grave mancanza per alcuni sportivi che necessitano di una maggiore aerazione per evitare che il sudore ristagni.

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Giacca antivento Nike

 

8. Nike Rpl Park 20, giacca sportiva da uomo

 

L’ultimo prodotto che prendiamo in esame è la giacca antivento sportiva, da uomo, proposta dal noto brand Nike. Iniziamo subito con il sottolineare che non dispone di un cappuccio, pertanto potrebbe rivelarsi una scelta poco adeguata per alcuni sportivi che vogliono una massima protezione senza indossare ulteriori indumenti come sciarpe o cappelli. Il materiale con cui è realizzata è il classico 100% poliestere e dispone di una cerniera centrale per la chiusura e due tasche laterali con zip sufficientemente capienti per oggetti di uso comune come smartphone e chiavi di casa.

Il prodotto è disponibile in tre colorazioni differenti: antracite, blu scuro e verde, tutte con il logo Nike ben in vista sul petto. Il periodo migliore per utilizzare questa giacca in ambito sportivo è il primo periodo primaverile, quando c’è ancora un po’ di vento e il clima non è ancora particolarmente caldo. Può comunque essere sfruttata anche in lievi condizioni di pioggia poiché garantisce un minimo di impermeabilità.

 

Pro

Design: Il brand Nike non è secondo a nessuno quando si parla di stile e la giacca è molto bella a vedersi, con ottime cuciture e una resistenza superiore alla media.

Tasche: Comode e ampie, potrete alloggiare smartphone, chiavi e persino il portafogli senza troppi problemi.

Colori: Potrete scegliere tra tre diverse variazioni cromatiche, il classico antracite che non guasta mai, blu scuro e infine verde smeraldo per i più eccentrici.

 

Contro

Cappuccio: Un dettaglio importante che non è stato preso in considerazione, una giacca antivento e antipioggia sprovvista della protezione per la testa è semplicemente incompleta.

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Guida per comprare una giacca antivento

 

Se dopo aver letto tutte le nostre recensioni siete ancora indecisi su quale giacca antivento comprare, probabilmente avete bisogno di un aiuto in più. Per questo abbiamo deciso di proporvi una vera e propria guida all’acquisto, che vi spiegherà in dettaglio ogni singolo elemento da prendere in considerazione prima di spendere i vostri risparmi.

Vestibilità e comfort

Il primo fattore, imprescindibile, è naturalmente la comodità di utilizzo della giacca. Trattandosi di un indumento non è possibile scendere a compromessi su questo fattore. Dal camminare al praticare attività fisica intensa, ogni singolo movimento del corpo deve essere libero e privo di impedimenti, verificate quindi attentamente che la vestibilità della giacca sia conforme. Un prodotto troppo piccolo e stretto non solo non vi proteggerebbe adeguatamente dal freddo e dal vento, lasciando parti del corpo scoperte, ma vi impedirebbe di muovervi come volete, allo stesso modo una giacca eccessivamente larga renderebbe ogni movimento più faticoso.

Sembra quasi semplice e scontato, tuttavia quando si sceglie una giacca antivento bisogna anche ricordare che questa non è pensata per essere utilizzata da sola ma andrà a coprire altri indumenti, magari semplici magliette o qualcosa di più voluminoso. In base al vostro stile di abbigliamento dovrete quindi capire se vale la pena acquistare una taglia in più o in meno rispetto alla vostra.

 

Design

Importante in base all’attività che praticate, un runner o un ciclista potrebbero preferire per esempio la presenza di un cappuccio, magari nascosto all’interno di una cerniera sul colletto della giacca. Potrete così tirarlo fuori all’occorrenza e proteggervi dalla pioggia per poi farlo nuovamente scomparire all’interno della tasca preposta. I modelli con cappuccio fisso potrebbero essere un po’ più ingombranti ma generalmente garantiscono anche una qualità maggiore.

Altro dettaglio da valutare è la presenza di tasche, interne o esterne che siano. In linea di massima sarebbe preferibile che queste disponessero di una cerniera per essere chiuse ermeticamente o quasi, proteggendo gli oggetti all’interno dalla pioggia o da cadute accidentali.

Infine, sempre afferente al design, troviamo i polsini regolabili, da stringere per evitare che l’acqua penetri all’interno tramite le maniche.

 

Materiali

Le giacche antivento e impermeabili sono tutte, o quasi, realizzate in poliestere, materiale sintetico che garantisce impermeabilità, capacità di non disperdere il calore corporeo ed elasticità, fattori indispensabili quando ci si vuole riparare dai fenomeni atmosferici. D’altro canto, però, non hanno una buona traspirabilità, per questo quando si indossano le giacche antivento durante l’attività fisica si tende a sudare di più. I prodotti migliori presentano degli accorgimenti, come delle finestre di aerazione posizionate per esempio sul petto o sotto le ascelle, mentre quelli più economici potrebbero invece non disporre di altrettanta cura. Quando scegliete la migliore giacca antivento per le vostre esigenze dovrete dunque scendere a patti anche con questi elementi.

Sport

La scelta deve essere compiuta anche in base allo sport che avete intenzione di praticare. Se per esempio volete una giacca antivento per passeggiare o uscire durante i periodi freddi, potrete optare per qualcosa che abbia un po’ più di stile, magari colori sgargianti o particolari, e che disponga anche di uno strato interno in pile, d’altronde se non svolgete attività fisica intensa non dovrete aver paura di sudare eccessivamente.

Chi vuole una giacca per correre, invece, deve pensare in termini di peso, una giacca antivento leggera, che garantisca un minimo di protezione dalla pioggia, è preferibile rispetto a un prodotto pesante e imbottito che non farebbe altro che rallentarvi.

Per i ciclisti, invece, la giacca deve avere caratteristiche specifiche, come delle ampie tasche posteriori per riporre gli oggetti ma anche delle maniche lunghe e polsini che aderiscano bene per non far entrare acqua e freddo.

Chi pratica trekking leggero può scegliere una giacca più imbottita, con un cappuccio fisso che tenga anche la testa al caldo, per chi invece si dedica al trekking intensivo potrebbe valere la stessa regola dei corridori, ovvero un peso minore corrisponde a comfort maggiore. Non lasciatevi dunque ingannare da brand e marchi blasonati ma scegliete sempre in base alla destinazione d’uso e calcolando il budget iniziale.

 

 

 

Come usare una giacca antivento

 

Tutti sono in grado di indossare una giacca, non avete certo bisogno di un tutorial per questa operazione, tuttavia è bene anche sapere cosa indossare al di sotto della giacca antivento per non ritrovarsi poi a morire di caldo.

Quando fa molto freddo, si tende a vestirsi a strati per limitare il fenomeno di dispersione del calore corporeo, quindi magari utilizzate magliette, maglioni, felpe, giacche e impermeabili, salvo scoprire quando uscite fuori che il caldo è insopportabile. A questo punto iniziate a sudare e la mancanza di aerazione del vestiario fa ristagnare il sudore, facendovi buscare un malanno quando poi eliminate gli strati per poter respirare nuovamente.

Tutto ciò potrebbe essere evitato con una buona pianificazione e attenta valutazione delle effettive condizioni climatiche. In base alla giacca antivento scelta, dovrete rinunciare ad alcuni indumenti per non morire di caldo, per esempio se avete acquistato un prodotto imbottito con un leggero strato di pile interno, allora potreste anche evitare di indossare quel maglione di lana che tanto vi piace, scegliendo magari una felpa più leggera o persino una maglietta a maniche lunghe.

Gli sportivi che praticano attività fisica outdoor durante il periodo invernale sanno bene che sotto una giacca a vento bisogna vestirsi in modo non troppo pesante poiché il loro movimento li farà sudare. Inoltre, la mancanza di aerazione che la maggior parte delle giacche comporta non farà altro che aumentare l’espulsione di liquidi.

Una chiusura impermeabile fa la differenza tra inzupparsi e restare all’asciutto. Quando indossate la giacca, verificate che tutte le zone da cui l’acqua potrebbe penetrare siano ben chiuse. Generalmente le maniche e il collo, quindi stringete i polsini con chiusura velcro o cerniere e sollevate il cappuccio fissandolo al meglio per evitare che in corsa questo scivoli all’indietro.

 

 

 

Domande frequenti

 

Di che materiale è fatta una giacca antivento?

Per poter offrire una protezione adeguata contro il vento e la pioggia, questa tipologia di giacche deve essere realizzata con tessuti specifici, diversi quindi da quelli che indossereste normalmente a contatto con la pelle. La maggior parte delle giacche antivento che potete acquistare online e non è realizzata in poliestere, un polimero elastico in grado di trattenere il calore del corpo.

In campo tessile sono state studiate diverse soluzioni e tra queste abbiamo il Gore-Tex, molto traspirante pur essendo sintetico, termine che non deve assolutamente divenire sinonimo di “scadente”, anche perché si tratta di indumenti che si indossano al di sopra di vestiti e tute, fungendo da protezione aggiuntiva.

Come trovare la taglia giusta di una giacca antivento?

Anche la migliore giacca antivento sul mercato può divenire un prodotto mediocre se non si sceglie accuratamente la taglia. È però praticamente impossibile consigliare un metodo univoco per selezionare quella più adeguata alle vostre esigenze poiché non tutti i fisici sono uguali, pertanto, se avete dubbi vi invitiamo a dare un’occhiata alle tabelle fornite dai produttori stessi per prendere le misure in modo adeguato. Considerate, comunque, che le giacche antivento devono essere indossate al di sopra di altri indumenti, quindi sceglierne una troppo stretta potrebbe rivelarsi un problema, allo stesso modo una giacca eccessivamente larga potrebbe far entrare freddo e pioggia. Nelle nostre recensioni forniamo informazioni dettagliate su ogni singolo prodotto, pertanto vi invitiamo a leggerle attentamente prima di fare la vostra scelta.

 

Quanto costa una giacca antivento?

I prezzi oscillano da poche decine d’euro fino oltre al centinaio. Il costo non cambia solo in base alla taglia, una giacca più grande costerà di più rispetto a una più piccola perché necessita di una maggiore quantità di tessuto per essere realizzata, ma anche in base al produttore. Talvolta, scegliere un indumento di un brand riconosciuto potrebbe far lievitare il costo pur non essendo qualitativamente migliore rispetto ad altre giacche, tenete quindi sempre in considerazione la destinazione d’uso e il vostro budget di riferimento.

 

Quando è necessaria la giacca ad alta visibilità?

Chi pratica ciclismo o corre nei pressi di strade trafficate, dovrebbe scegliere una giacca impermeabile che sia anche visibile da lontano, in questo modo è possibile evitare incidenti qualora si pratichi attività all’aperto durante condizioni di scarsa visibilità. Preferite in tal caso giacche antivento che siano sì confortevoli e ben realizzate ma anche di colori intensi come per esempio giallo fluo oppure arancione.

 

 

 

 

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Regali

10 Regali per ragazzo di 14 anni

 

I 10 Regali per ragazzo di 14 anni  – Classifica 2024

 

La scelta del giusto regalo per un ragazzo di 14 anni – figlio, nipote o amico che sia – può creare qualche difficoltà anche se si conoscono bene i gusti di chi lo riceverà. In questo articolo troverete dieci interessanti idee regalo, per tutti i gusti e per tutte le tasche, che si rivolgono specificamente agli adolescenti appassionati di sport e fitness, dai gadget tecnologici a tanti utili accessori da usare durante gli allenamenti e il tempo libero. Grazie ai nostri consigli potrete finalmente dire addio alle lunghe ricerche online, ai passaparola e al vagare senza meta in giro per i negozi.

 

1. Huawei Band 4 Fitness Tracker

 

Optare per un regalo che abbia a che fare con la tecnologia è sempre un’idea vincente quando si tratta di adolescenti che praticano sport e vogliono mantenersi in forma. Questo, però, non significa che dovete per forza spendere un occhio della testa, poiché ci sono dispositivi che, pur rimanendo su cifre contenute, si prestano a soddisfare le esigenze dei giovani atleti.

Huawei propone, infatti, uno smartwatch sportivo versione Band 4 con cardiofrequenzimetro integrato, monitoraggio del sonno e misurazione dei livelli di ossigeno nel sangue. Lo schermo è un TFT a colori da 0,96 pollici con risoluzione di 80 x 160 pixel e tecnologia 2.5D che migliora la qualità delle immagini e assicura una sensibilità tattile fluida e reattiva.

Con un peso dichiarato di appena 24 grammi, quasi non ci si accorge di indossarlo e non darà alcun problema nemmeno quando si nuota o corre all’aperto, anche perché è impermeabile e resistente all’acqua fino a 5 ATM.

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2. SSC Napoli Maglia Replica Home 2020/21

 

Una bella sorpresa per un ragazzo di 14 anni appassionato di calcio e tifoso sfegatato del Napoli potrebbe essere la maglia Replica Home 2020/21, caratterizza dall’iconico logo della società sportiva partenopea che campeggia sulla parte anteriore del capo, sottolineando l’aspetto tecnico della sua fattura.

Interamente realizzata in poliestere di buona qualità, ha una vestibilità regolare e si adatta alle linee naturali del corpo senza risultare troppo larga o troppo stretta, ragion per cui non dovrebbe risultare difficile individuare la taglia che calzi a pennello.

Anche i colori sono quelli tipici del Napoli, il che la rende ideale per essere indossata sia durante le partite di calcio con gli amici sia quando si va allo stadio per seguire dal vivo e sostenere la propria squadra del cuore. E per la gioia delle mamme, la maglietta può essere lavata direttamente in lavatrice a una temperatura massima di 30°C, senza pericolo che il tessuto si restringa o i colori sbiadiscano.

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3. Hwc Trading Zlatan Ibrahimovic A4 Incorniciato e Firmato

 

Restando sempre in tema di squadre del cuore, se il ragazzo a cui dovete fare il regalo è un fan del calciatore svedese e attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic, lo farete sicuramente felice regalandogli questa splendida stampa in formato A4 (297 x 210 mm) con foto e firma autografa di uno dei giocatori più forti e completi della sua generazione.

L’elegante cornice nera in policarbonato e le finiture in argento ne fanno un affascinante cimelio da collezione da appendere nella cameretta per sognare a occhi aperti le straordinarie imprese di “Ibracadabra” (anche se nello specifico è immortalato con la maglietta del Manchester Utd).

Inoltre, sul retro del telaio è presente anche un pratico supporto che permette di appoggiare la litografia sulla scrivania o una mensola qualora non ci fosse spazio sul muro, ma a prescindere da dove si deciderà di posizionarla siamo sicuri che farà la gioia di tutti i piccoli tifosi.

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4. Maestri del Calcio Accappatoio Microspugna Ufficiale F.C. Inter Personalizzabile

 

A chi è alla ricerca di un regalo diverso dal solito, che unisca l’utile al dilettevole, consigliamo l’accappatoio ufficiale della squadra di calcio per cui il ragazzo fa il tifo. In questo caso abbiamo selezionato il modello dell’Inter, ma se alla squadra di Barella e Laurato Martínez preferisce il Milan, la Juventus, il Napoli o la Roma, le alternative online ci sono e a prezzi molto convenienti.

Nello specifico, questo modello interista si contraddistingue per il colore blu intenso e il logo della società a fare bella mostra di sé nella parte frontale vicino al cuore, mentre dal lato opposto si potrà far ricamare il nome del piccolo tifoso per dare un tocco personale al regalo e renderlo ancora più gradito. Il prodotto è realizzato in spugna di cotone al 100% ed è disponibile in due taglie (8-10 anni e 12-14 anni), così da essere certi di acquistare la misura giusta.

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5. Nike Scarpe Running Tanjun (GS)

 

Effetto wow garantito con le nuove scarpe da running Nike Tanjun, caratterizzate da un look up-to-date e un design pratico e confortevole. Sì, lo sappiamo che la scelta delle calzature è una questione piuttosto personale, ma se conoscete i gusti e le inclinazioni sportive dell’adolescente a cui dovete fare il regalo, possiamo garantirvi che queste scarpe sportive difficilmente deluderanno le sue aspettative. Il termine “Tanjun” in giapponese significa semplicità ed è proprio il design molto semplice e privo di fronzoli a rendere uniche queste scarpe da corsa.

Grazie al plantare Dual Ride System risultano particolarmente comode anche se indossate tutto il giorno, mentre gli intagli presenti nelle aree del tallone e dell’avampiede assicurano maggiore flessibilità e un’esperienza di corsa più fluida e dinamica.

Il modello è adatto non solo al running, ma anche ad altri tipi di allenamento, risultando particolarmente indicato anche per chi cammina molto a piedi o pratica sport ad alto impatto. Inoltre, è disponibile in tredici tonalità diverse per adattarsi ai gusti e allo stile di tutti i giovani sportivi.

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6. Blukar Corda per Saltare Regolabile con la Maniglia in Schiuma

 

Se stavate pensando a un attrezzo per l’home fitness che permetta al piccolo atleta di migliorare l’agilità, la coordinazione e il funzionamento del sistema cardiocircolatorio, andrete sul sicuro con questa corda per saltare a marchio Blukar. Tanto semplice quanto efficace per allenare tutti i muscoli del corpo, si tratta di un attrezzo molto valido sia dal punto di vista della funzionalità sia sotto il profilo della qualità.

Tra le sue carte vincenti troviamo due manici ergonomici in schiuma che permettono di mantenere una presa salda e confortevole durante gli allenamenti, con l’ulteriore possibilità di poter regolare la lunghezza della fune aprendo semplicemente il tappo di copertura del manico destro e tagliando la parte in eccesso.

La corda è costituita da un cavo in acciaio verniciato con copertura in pvc che, oltre ad aumentarne la resistenza alle trazioni e alle sollecitazioni meccaniche, evita che si aggrovigli durante l’utilizzo. Il modello pesa complessivamente 150 grammi, un valore ideale sia per i neofiti del fitness sia per gli atleti avanzati che vogliono allenarsi in maniera specifica per migliorare le proprie capacità nella disciplina sportiva praticata.

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7. KollyKolla Borraccia Termica in Acciaio Inox a Doppia Parete

 

Ideale per i ragazzi che praticano sport e attività en plein air, come il trekking e l’escursionismo, questa borraccia termica in acciaio inox firmata KollyKolla si rivela un accessorio utile, funzionale, amico dell’ambiente e anche del portafoglio. Grazie alla doppia parete isotermica è in grado di mantenere le bevande fresche per 24 ore e calde per circa 12 ore.

Resistente agli urti e alle sollecitazioni, ha dalla sua anche un design abbastanza compatto e leggero che permette di riporla nello zaino o nella borsa senza occupare uno spazio eccessivo, mentre il pratico coperchio flip-top a tenuta stagna mantiene la borraccia ben sigillata per impedirne l’apertura accidentale qualora dovesse capovolgersi durante il trasporto.

A seconda delle esigenze si potrà optare per la versione da 350, 600, 750 e 1.000 ml, mentre la disponibilità di quattordici colorazioni diverse permette di scegliere quella più adatta ai gusti e allo stile del ragazzo che la riceverà in regalo.

Inoltre, è provvista della marcatura CE a garanzia della qualità e della sicurezza dei materiali scelti per la sua realizzazione, che non vedono l’impiego di BPA né ftalati per essere rispettosa sia dell’ambiente sia della salute.

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8. F.lli Schiano Bici Biammortizzata Bull 26”

 

Se volete fare un regalo più impegnativo a un ragazzo di 14 anni appassionato di bici e ciclismo, questo best seller F.lli Schiano è il modo migliore per farlo felice. Leggera, performante, confortevole e tutta made in Italy, è dotata delle migliori componenti per muoversi agevolmente su ogni tipo di strada, urbana o sterrata, garantendo il massimo del comfort e della sicurezza.

Il telaio in alluminio monta un manubrio Barb Bore da 31,8 mm che assicura una guida stabile e fluida anche su terreni dissestati o particolarmente sconnessi, mentre il cambio Shimano Tourney SL-RS35 Revoshift a 18 velocità permette di trovare subito la giusta resistenza di pedalata quando si affrontano salite e dislivelli.

Inoltre, questa mountain bike biammortizzata con sospensione sia anteriore sia posteriore è un piccolo gioiello anche dal punto di vista estetico, perché caratterizzata da un design contemporaneo e colori accesi che non passano inosservati, rispecchiando quindi le aspettative degli adolescenti che vogliono dare un quid in più al proprio outfit sportivo.

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9. AS Roma Pallone da Calcio Ufficiale

 

I fan e i piccoli tifosi del club giallorosso potranno gioire nel ricevere in regalo un autentico gioiellino come il pallone da calcio qui proposto. Composto da 32 esagoni e interamente realizzato in solido TPU con cuciture a macchina di alta qualità, esibisce i colori ufficiali della squadra romana con l’inconfondibile logo della Magica in bella mostra.

La misura è la numero 5, una taglia che lo rende adatto dai 13 anni di età in su, senza disdegnare le “partitelle” con gli adulti per trascorrere qualche ora di svago giocando in compagnia del papà, degli zii e dei cugini più grandi.

L’imbottitura interna e la camera d’aria in gomma sintetica ottimizzano le giocate con un rimbalzo adatto a diversi campi e situazioni di gioco, mentre la cura maniacale del dettaglio e l’attestato della AS Roma che ne garantisce l’autenticità, ne fanno uno splendido oggetto decorativo da tenere in bella mostra nella cameretta.

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10. Winning Moves Trivial Pursuit Juventus

 

L’ultima idea regalo che vi proponiamo è una versione tascabile del famoso gioco da tavolo di origine canadese Trivial Pursuit, che in questo caso si presenta in versione tutta “bianconera”. Ebbene sì, avete capito bene: al posto dei soliti quesiti di cultura generale, nella confezione ci sono seicento talloncini con altrettante domande che riguardano la storia, le imprese e altre interessanti curiosità sul celebre Football Club torinese.

La pratica custodia triangolare presenta dimensioni abbastanza contenute da agevolare il trasporto del gioco qualora lo si voglia portare con sé a casa di un amico o dai cuginetti per giocare tutti insieme e imparare tante cose nuove e interessanti.

Anche in questo caso parliamo di un prodotto ufficiale da tenere a vista nella cameretta per fare sfoggio della propria passione calcistica per la Juventus, ma possiamo considerarlo anche un buon modo per mantenere la mente allenata, rispolverare conoscenze già acquisite e, magari, acquisirne di nuove.

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Mare e piscina

Bagni da record: ecco le 8 piscine più belle del mondo

 

Vi siete mai chiesti qual è la piscina più grande del mondo? Progetti fantasiosi, forme particolari e architetture incredibili. scopriamo quali sono le piscine più belle e originali.

 

Se amate nuotare probabilmente avrete un borsone con un bel costume da bagno, occhialini e cuffia per potervi recare in una delle piscine della vostra città. Diciamoci la verità, le piscine comunali non brillano per la loro originalità, d’altronde vengono progettate per essere funzionali per permettere a più persone di nuotare agevolmente e partecipare ai vari corsi per le attività acquatiche. Spesso le strutture nuove sono ben curate, altre volte si finisce in piscine che avrebbero bisogno di qualche lavoretto, perché cadono letteralmente a pezzi. 

Il mondo delle piscine però non si limita certo a quelle adibite per il nuoto, d’altronde spesso si va in piscina anche semplicemente per rilassarsi. Spesso considerata un ‘lusso’, specialmente se privata, la piscina è ambitissima durante l’estate, per questo si possono trovare vasche stupende in luoghi da sogno. 

 

Anantara Golden Triangle Resort & Spa 

Il Triangolo d’Oro situato tra il Myanmar, il Laos e la Thailandia offre moltissimo ai viaggiatori più avventurosi che amano vedere le meraviglie naturali. Molti si fermano in questo resort incredibile, completamente immerso nella natura e che presenta la piscina più bella del mondo. La vasca a sfioro offre un panorama mozzafiato, inoltre ha un design elegantissimo ed evocativo che si sposa benissimo con l’ambiente circostante. 

Kengo Kuma 

Non tanto una piscina, quanto una vera e propria opera d’arte e design, il Kengo Kuma è un complesso di piscine particolari circondate da piramidi e strutture di mattoni. La struttura situata a Copenhagen è un vero spettacolo che unisce il relax e il divertimento della piscina all’arte e al profondo legame tra la storia dell’uomo e l’acqua. Da vedere è sicuramente spettacolare, quindi vale la pena cercare qualche bella immagine del Kengo Kuma, anche solo per dare un’occhiata al complesso. 

 

Keblog

Londra è una città piena di sorprese che spesso ospita idee architettoniche originali, come la piscina Keblog. Questa particolare Sky Pool del complesso Embassy Gardens, passa da un edificio all’altro, con una vasca lunga 27 metri protetta da vetro spesso 20 cm. I bagnanti possono nuotare sospesi nel vuoto da un edificio all’altro, una sensazione davvero incredibile, ma magari poco adatta se soffrite di vertigini! Si tratta di una piscina di lusso, quindi accessibile solo pagando una cifra considerevole, d’altronde basta vedere le immagini bellissime del nuoto scattate al suo interno. 

Resort San Alfonso del Mar

In questo resort cileno è possibile trovare una delle piscine più grandi del mondo. Con suoi 1.013 metri di lunghezza, la piscina incontra il mare e forma una laguna artificiale dove è possibile nuotare e rilassarsi. L’enorme vasca contiene 2 milioni e mezzo di litri di acqua salata che si incontrano con una bellissima spiaggia progettata e curata nei minimi dettagli. 

 

Resort Royal Towers Atlantis 

Chi non sogna una bella vacanza alle Bahamas? Di certo lì il mare non manca, ma neanche le piscine! Il bellissimo Resort Royal Towers Atlantis ospita un complesso di piscine immerse nella natura, un vero e proprio parco acquatico con 11 piscine arricchite da cascate e tanto altro. Certo, tra viaggio alle Bahamas e alloggio in questo Resort la cifra da spendere non è proprio irrisoria, ma se per caso state progettando una Luna di Miele particolare, potete sempre farci un pensierino. Se cercate immagini di piscine spettacolari su Google, il Resort Royal Tower Atlantis sarà probabilmente tra i primi risultati. 

Hotel Marina Bay Sands, Singapore

Avete mai sognato di fare un bagno a 200 metri di altezza? Magari su una bella terrazza che vi permette di vedere il panorama dell’intera Singapore. La capitale della Repubblica è considerata una delle città più tecnologiche e all’avanguardia, capace di fondere la modernità e lo sviluppo con la natura. Il suo Sky Park Resort è uno dei luoghi di interesse più gettonati, non a caso è presente in tutte le guide di Singapore. Sul terrazzo è situata una piscina a sfioro di 150 metri con vista mozzafiato, palme e lettini dove rilassarsi. Alcune delle immagini più belle del mondo sono state scattate proprio da questa piscina. 

 

Wavegarden

Probabilmente avrete già sentito parlare delle piscine con le onde artificiali, molto amate dai surfisti in quanto permettono di allenarsi e di divertirsi senza dover necessariamente avere il mare a due passi da casa. Quella più famosa in assoluto è stata creata proprio dal pluricampione Kelly Slater, capace di generare onde artificiali incredibili grazie all’energia solare. Non occorre però andare fino in California per provare una simile esperienza, infatti in Svizzera è possibile trovare Alaia Bay. 

Questa particolare ‘wavepool’ è stata costruita a Sion, nei pressi di Crans Montana, quindi facilmente raggiungibile da Milano e altre località del nord Italia. La piscina genera delle onde per principianti e surfisti esperti, ideale per cominciare ad imparare con un maestro o da autodidatti. Magari non è la piscina più grande al mondo, ma è sicuramente una delle più divertenti. 

Y-40

Nel 2014 è stata inaugurata la piscina più profonda del mondo. Dove? Proprio in Italia, più precisamente a Montegrotto Terme della provincia di Padova. Questa incredibile piscina è stata creata per le immersioni ed ha coinvolto 30 aziende italiane per i lavori. La profondità da record è di ben 42,15 metri, non a caso la Y-40 è entrata nel Guiness dei Primati. La piscina fa parte del parco Hotel Terme Millepini, dove potrete prenotare una rilassante vacanza tra SPA e immersioni.